Ma come si fa ad entrare nel loro mondo?
Sono molto legato ad una bambina aspie di 10 anni, che da qualche tempo racconta in maniera sistematica episodi importanti della sua infanzia (compleanni suoi o dei suoi fratelli, primo giorno di scuola,etc.) facendone una cantilena. Volevo chiedervi se tale comportamento è tipico o meno per una bambina aspie della sua eta?
Inoltre, questa bambina non ha amici, gioca sempre da sola e vive in suo mondo a tutti inaccessibile. Leggo negli occhi di sua madre tutta la sua frustrazione e la convinzione che sua figlia non potrà mai avere una vita normale.
Scusate la banalità della domanda: ma come si entra nel loro mondo? Bisogna tentare di entrarci già adesso che ha 10 anni oppure è troppo presto?
Grazie.
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Commenti
Ho avuto un pugno nello stomaco, a sentire usare - in due post differenti - le parole "ambiguo" e "ambiguità". Se avesse scritto una donna, non credo sarebbe successo. Mi sembra quasi che al povero @pupido venga data l'etichetta del pedofilo, in quanto "molto legato" a una bambina di 10 anni. Io ho pensato invece, dalle sue parole che descrivono la disperazione della mamma, che lui sia molto vicino a quest'ultima e dunque - sì - anche alla bimba. Magari mi sbaglio, ma se anche fosse, il beneficio del dubbio glielo darei.
Non capisco poi dove stia scritto che solo genitori, parenti e specialisti, possano entrare in quel mondo. Se @pupido si sente così coinvolto, significa che un contatto l'ha già stabilito, non fosse altro che per ascoltare le cantilene ecolaliche della piccola.
Sono entrata un paio d'anni fa, in punta di piedi, nel mondo un po' complicato di un ragazzo AS e lui nel mio. Entrambi abbiamo imparato moltissimo, l'uno/a dall'altra/o e ci siamo supportati a vicenda in situazioni molto importanti e delicate. Contemporaneamente ho preso un master sull'autismo, per cercare di comprendere meglio me stessa, ma è stato niente, rispetto alle cose che mi ha insegnato qs ragazzo, grazie al quale oggi finalmente io "mi perdono" di essere come sono.
I miei amici non hanno mai compreso a fondo, cosa mi legasse a lui, che peraltro fa la sua vita, con i suoi coetanei, esattamente come io faccio la mia con i miei.
Chissà - mi chiedo ora - penseranno mica che, vista la differenza anagrafica, sia un rapporto ambiguo?
Quello che puoi fare è cercare di relazionarti in modo "accogliente" con qs bimba e con gli eventuali sfoghi di sua madre. Un ascolto per le cantilene da una parte e per i problemi di ogni giorno dall'altra. Vedere che riesci ad impostare una relazione con sua figlia, potrebbe aiutare la madre ad accettarla (è una cosa che ho sperimentato personalmente). Ma non fare mai l'errore di volerle "insegnare" qualcosa su sua figlia: non l'accetterebbe mai, questo i migliori esperti nel campo dell'autismo l'hanno capito (Flavia Caretto e Theo Peeters parlano di entrare nelle famiglie con umiltà, "in punta di piedi").
E tieni anche presente molto bene il consiglio di Wolfgang, che nella mia esperienza è sacrosanto: interrogati sempre sulla responsabilità che ti stai prendendo, perché entrare nella vita di qs bambini/ragazzi è possibile, ma uscirne è devastante (per loro). Nell'altro post ti ho parlato della mia esperienza e ti posso dire che non c'è stato giorno in cui non mi sia interrogata sulla responsabilità che mi stavo prendendo. Ma il mio è un affetto "diretto", slegato dai genitori. Il tuo affetto invece è rivolto di base alla mamma. Sei sicuro che non possa cambiare nel tempo? Te lo dico perché ho visto un ragazzo AS, con un padre separato, totalmente incapace di relazionarsi con lui - instaurare un rapporto molto profondo con il nuovo compagno della madre. Poi la storia è finita e lui è quello che ha sofferto di più. In qs senso vai molto cauto: non sei tenuto a fare nulla, se lo fai, pondera molto bene l'importanza che potresti assumere per qs bimba.
In bocca al lupo.
Per mia formazione, si tratta di palliativi che il nostro SSN fornisce a chiunque indipendentemente dal tipo di disturbo diagnosticato, ma decisamente poco efficaci in caso di sindromi dello spettro.
Nel caso la tua amica non abbia informazioni su altri tipi di percorso, le suggerirei perlomeno di informarsi in questo senso.
Altri post in questa sezione ti possono dare una serie di indicazioni di centri in varie regioni d'Italia.
Scusate sono assai di fretta.
Ne esistono varie declinazioni e credo che nella sezione dedicata alle terapie se ne parli in maniera piuttosto diffusa.
Noi ci stiamo appoggiando a una cooperativa privata che applica l'ABA (Applied Behaviour Analysis) e che segue mio figlio, noi e ha un'operatrice a scuola. In tutto, quest'anno ha fatto 23 ore settimanali e quest'anno scolastico ne farà 21.
Lo psicologo che segue mio figlio è competente ed esperto e prepara dei programmi di intervento che conocordiamo insieme. (Quando abbiamo iniziato la questione per noi più importante era aiutarlo a sviluppare il linguaggio e a diminiuire l'aggressività verso i pari, poi a poco a poco abbiamo aggiunto altri micro-obiettivi in forma di gioco che lo stanno aiutando ad aumentare consapevolezza delle sue capacità sia livello cognitivo che manuale - fatica a disegnare e sulla motricità fine tende a scoraggiarsi facilmente).
Sophia, hai ragione quando scrivi che deve essere la persona Asperger ad aprirti le porte del suo mondo. Vedo che mio figlio è iper-selettivo nelle sue relazioni con gli altri. Chi è riuscito a costruirsi una sua relazione (tipo mio padre) non si rende nemmeno conto della sua asocialità
Wolf, però mi spieghi per quale motivo distingui terapie cognitivo-comportamentali da ABA? A quel che ne avevo capito io ABA è una delle possibili declinazioni delle terapie di tipo cognitivo-comportamentale (insieme ad altre di medesima derivazione).
:-?
Mio figlio al primo test di Griffith ha totalizzato 82 (quindi al pelo nella norma). 6 mesi dopo 90. Voglio proprio vedere quanto totalizzerà l'anno prossimo...
@Viola. Perché dici "abbandonata a se stessa"? Pupido ha scritto che fa terapia da quando ha 3 anni.
:-S
Sull'ABA, ti dò ragione, ma presumo sia anche questo uno di quei casi in cui dipende molto dal programma e dal supervisore. Per dire, noi quest'anno abbiamo lavorato molto sul linguaggio, e quindi parecchi cluster del programma erano di tipo cognitivo, sicuramente più che non di tipo prettamente comportamentale (c'erano anche quelli, più che altro finalizzati allo sviluppo del linguaggio recettivo e della comprensione di azioni o parti del corpo, ma molto lo potrei tranquillamente riportare alla sfera cognitiva).
Forse è vero che si utilizzano programmi più centrati su obiettivi comportamentali in caso di autismo cd a basso funzionamento, in cui lo sviluppo del linguaggio verbale è inesistente, non so.
Rimane il fatto che, ti assicuro, nè io né nessun altro che lo abbia visto hanno mai sospettato che nel suo caso ci fosse ritardo mentale anzi, come spesso accade, visto che anche Griffith è una scala mentale basata su medie di performances in vari ambiti, lui sul cognitivo stretto solitamente risulta a livelli più alti della sua età. E il suo supervisore lo ha spesso definito 'campione in problem solving' nonostante un QI non esaltante.
Diciamo che io non sono una fan del test di Griffith come misura dell'intelligenza, ecco
;-)