@theda_bara penso avrei reagito allo stesso modo, come ho già fatto ancora del resto. Complimenti. @ct87 se non dici che sei bella, qui lo diciamo tutti dalle tue foto
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la
sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione
di essere uno stupido. – Albert Einstein
@ct87 per un periodo ho avuto anche io quel tipo di popolarità e l'ho voluto usare subito e solo per aiutare i deboli. Come risultato, ho perso autorevolezza, attratto bulli e sono stato emarginato dalla classe. Ma non me ne sono per nulla pentito. Intanto almeno 5 persone avevano guadagnato la reputazione che io possedevo e che quasi mi pesava visto l'ambiente. Come già scritto l'emarginazione non mi dava alcuna tristezza, anzi euforia per aver avuto il coraggio di separarmi dal gruppo e per esser moralmente pulito in tutto. Poi ho cambiato scuola.
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la
sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione
di essere uno stupido. – Albert Einstein
Vi va di raccontarmi le vostre esperienze su questo tema? Di che tipo di bullismo si trattava? Emarginazione, abuso psicologico, botte, scherzi esagerati... altro.. Come avete reagito?
Io non ho avuto problemi seri.. Sono sempre stata isolata, ma siccome avevo un carattere forte, una volta, non so come. sono finita a fare a botte con una ragazzina che mi tormentava da mesi ( rubandomi anche oggetti) , eravamo alle scuole elementari, e ricordo che la cosa mi ha scombussolato al punto da avere crisi di pianto improvvise per alcune ore dopo il fatto, mi si è rotto qualcosa dentro, mi ha scosso, tremavo, mi sentivo sconnessa, è stato strano. Alle scuole medie c'erano le solite prese in giro, isolamento, umiliazioni e scherzi ma grazie ad una professoressa intelligente il gruppo dei reietti ha potuto confrontarsi con gli altri( ho parlato solo io) e la situazione si è risolta, da allora mi sono integrata.
Al liceo mi prendevano in giro e parlavano dietro, attaccavano cartelli con scritte cattive sulle spalle e mi minacciavano( perché io non saltavo scuola per andare alle manifestazioni), inoltre sfruttavano la mia disponibilità facendosi prestare il cellulare per mandare sms e una volta una mia compagna ha usato il mio cellulare per stuzzicare il suo ex ragazzo che si è arrabbiato e me ne ha dette quattro al telefono. Da allora mi sono chiusa e non ho più prestato niente. Mi sono indurita.. Comunque l'anno dopo ho cambiato classe e mi sono trovata benissimo.
C'è stato qualche episodio all'università, mi sono ritirata da Scienze Biologiche a causa di un atto di intolleranza che mi ha ferito nel profondo e che mi ha portato verso il cibo di consolazione che mi ha fatto prendere molti kg. Sono tornata a studiare molto tempo dopo. purtroppo il tempo perso non torna più e io sono in ritardo sui tempi rispetto ai miei coetanei.
Penso che il problema sia molto sottovalutato, voi che ne dite?
Ditemi le vostre esperienze..
Sì, ho avuto problemi di bullismo alle superiori, mentre alle medie ho solo litigato molto spesso pur senza subire vero e proprio bullismo. Stranamente alle elementari non ho mai sofferto di vere e proprie violenze, al massimo scherzavano e io non capivo che ironizzassero, ma poi me lo dicevano che le loro intenzioni erano pacifiche e che la mia personalità era troppo permalosa.
Comunque, per quanto riguarda le medie, io e una altro ragazzo eravamo sempre i più isolati e, spesso, accadeva che stavamo insieme solo per questo, poiché di carattere non avevamo nulla in comune. Questo fatto ci spingeva molto spesso a litigare e a volte anche pesantemente fino alle mani, era una sorta di odio-amore.
Alle superiori, ma solo in prima e in terza, ho subito vere e proprie prepotenze che mi hanno segnato. In prima sono stato picchiato una volta dallo stesso ragazzo, che poi, in seguito, ha continuato a prendermi in giro per tutto l'anno. In seconda, invece, non ho avuto problemi molto seri, tranne un singolo litigio che è sorto per errore. A quel tempo cercavo di inserirmi nel gruppo anche se notavo che scherzavano in modo molto idiota. Ad esempio prendevano in giro le madri o le sorelle... Così una volta che un mio compagno mi scherzò dietro io mi girai e gli dissi: "tua madre". Lui, ovviamente, non ebbe una reazione violenta, ma ho come l'impressione che il suo compagno di banco reagì violentemente contro di me, pensando che io l'avessi, apposta, cioè solo per picchiare qualcuno.
In terza fu un vero tormento. Non lo facevano per farmi delle prepotenze ma piuttosto per scherzare e io, non riuscendo a connettermi con loro e a comunicargli fastidio empaticamente, non potevo fare altro che subire, reagire e subire di nuovo sentendomi sempre in colpa per non essere in grado di fargli capire che a me dava fastidio.
Non erano tragiche le prepotenze fisiche ma quelle psicologiche, di tutti i generi. Una volta uno mi prese da dietro e mi strinse in modo da immobilizzarmi tanto che io gli diedi una testata, ma lui mi colpì più volte alla testa con degli schiaffi.
Non fu una anno piacevole, anche se col tempo sono maturati e non fanno più cazzate simili e anzi mi hanno chiesto più volte scusa.
Alle superiori... non so neanche se definirlo bullismo, lo definirei tentato omicidio... una volta me ne dettero talmente tante che pensavo stessi per morire. I professori mi prendevano in giro, alcuni mi detestavano e, sospetto, che quando mi dicevano che dovevo rifare una verifica perché l'avevano persa e/o si era danneggiata non fosse vero.
Per fortuna a sedici anni mi sono fatto la tessera della biblioteca e ho deciso di lasciar perdere la scuola (era il mio istinto di sopravvivenza a parlare), in biblioteca ho conosciuto gente meravigliosa e se adesso possiedo un'istruzione di alto livello è merito loro... beh non è proprio ufficiale ma qui la storia si farebbe lunga, mi piacerebbe raccontarvela ma non vorrei essere riconosciuto.
È una vita che si consuma nell'attimo infuocato
Nello scintillio di una goccia di rugiada
È concluso appena percepito e così si consuma
Appassendo
In un giorno di pioggia d'infiniti attimi.
Guarda intorno a te... Marte se la cava perfettamente senza nemmeno un microorganismo. Qui la mappa topografica è in costante mutamento. Terrazze alte trenta metri scorrono attorno al polo a ondate, a intervalli di diecimila anni... Perciò dimmi: come potrebbe questo essere migliorato dalla costruzione di un oleodotto o di un centro commerciale? (Dr. Manhattan)
Io avevo imparato a rendermi così invisibile che di me non si accorgevano nemmeno i bulli... Tendevo nelle situazioni di pericolo a stare vicino a persone che potevano proteggermi. Ad esempio durante la ricreazione (o all'entrata e uscita di scuola) stavo in prossimità degli insegnanti o dei bidelli. Due sono gli episodi gravi che meritano forse di essere riesumati dalla polvere. Il primo alle elementari, dove una mia compagna di classe mi ha preso per i capelli fino a strapparmeli, per un po' sono rimasta con una zona un po' spelacchiata in testa. E alla medie un bullo della scuola ha preso la mia bicicletta e l'ha lanciata oltre il recinto del cortile. L'ho recuperata e ho detto a mia madre che ero caduta per giustificare i danni che la bicicletta aveva riportato.
A.A.D. (Asperger Auto Diagnosticata)
Tutto ciò che vuoi sta al di là della tua paura...
Dico la mia, a parte le medie che c`erano ragazzi con una situazione sociale disastrata e quindi anche i professori certe volte erano in difficoltà, al liceo classico alla fine mi rifiutai di andarci, arrivarono anche a dirami un dizionario Rocchi addosso e ci fu pure una querela da parte dei miei. Dopo di che mi iscrissi alla ragioneria e subì un "bullismo moderato", però la cosa triste e che li anche i docenti contribuivano alle prese in giro, però non con me, anzi io ero il cocco dei professori.
La vita è tempesta... ... e tempesta sia! (Herman Melville)
Alle elementari e medie erano più che altro prese in giro, cattiverie alle spalle ma non ci davo peso. In prima liceo classico ci sono andati giù pesante, niente violenza fisica però. Poi col bullismo non ne ho più avuto a che fare. Ho una cuginetta che ogni sparla di altri e li isola dal gruppo perché poco alla moda e io puntualmente le faccio notare che non è un atteggiamento da tenere.
Botte, emarginazione, scherno, e chi più ne ha più ne metta. Molte delle persone che mi hanno scisso gli zebedei da bambino mi vedono tutt'ora allo stesso modo, cercando ogni ragione possibile per provocarmi o prendersi gioco di me. Anche se in realtà io sono cambiato.
Re-motivate me, I'm all there is to be - An omnipotent being so complete in my diversity
Praticamente sempre, almeno fino al diploma (in realtà anche poco dopo). Più che altro ero vittima di prese in giro. Ma non le classiche prese in giro accettabili...quelle continue e quasi maniacali.
Poi con il tempo mi sono fortificato caratterialmente e sono andato a prendermi la mia rivincita prendendomela con due tizi molto grossi nel loro territorio, rischiando addirittura l'ospedale. Libertà o morte insomma...ma a parte un litigio molto violento, stranamente sono tornato a casa vivo.
Ad oggi non c'è nessuno che mi prende in giro (almeno credo), e chi lo faceva non mi saluta più..segno che ha capito che non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa. Talvolta (specie quando sono sotto stress) penso che sarebbe bello che qualche pirata della strada investisse i bulli, ma poi riconosco che la loro morte porterebbe dolore a persone che non hanno nulla a che fare con le nostre faccede (es i loro familiari). Un giorno capiranno di aver sbagliato, ed avranno ancora tanti anni per ricordarlo. Se dovessi fare un paragone, sarebbe l'ergastolo e la pena di morte. L'ergastolo è una sofferenza più lunga, e quindi più atroce.
All'ultimo anno delle elementari quelli che consideravo amici hanno iniziato a prendermi in giro e a emarginarmi. Le medie sono state tragiche. Vessazioni continue, prese in giro e botte. Le insegnati non sapevano che fare o cosa dire. Ed io sopportavo e mi chiedevo il perchè. Un giorno arrivai in classe in ritardo e un mio compagno iniziò con le prese in giro. Non l'avesse mai fatto... quel giorno scoppiai. Lo presi per il collo, lo buttai giù dalla sedia ed iniziai a prenderlo a pugni in faccia. Mi hanno dovuto staccare a forza gli altri compagni. Da quel giorno il bullismo mei miei confronri diminuì.
@imood non so darti una risposta devo pensarci. Credo che la più sensata sia...no. Non ci si può limitare a noi, perché non si può vivere in una bolla, perché bisogna essere in grado di relazionarsi con tutti...ma non per far piacere agli altri, per noi. Per non soffrire quel gap che non é vero che non soffriamo. Perché non é vero che non ce ne importa. Anche se lo ripetiamo allo sfinimento quasi a convincercene anche noi. Questo non vuol dire che non possiamo decidere che con qualcuno proprio non é aria. É umano. In quei casi io sono impietosa. E non significa che non possiamo viverci e alimentare e portare avanti i noi...quelli in cui ci si capisce al volo, si condivide, si viaggia sulla stessa lunghezza d'onda e alla stessa velocità. Per me sono un respiro d'aria buona. Un porto sicuro. Un attimo di pace. Una spalla su cui poter contare.
"...il cammino di noi uomini presuppone mete che con la perseveranza possono essere raggiunte..." C. Dickens
Me lo stavo chiedendo proprio in questi giorni. Alle superiori ho avuto delle esperienze che non mi sono piaciute per niente con un gruppo di ragazzi, ma non so se il loro atteggiamento nei miei confronti si possa veramente definire bullismo. In pratica, poco dopo l'arrivo in questa nuova scuola mi ero presa una cotta per uno di questi ragazzi, e può darsi che fossi piuttosto "appiccicosa", anche se a me non sembrava. I suoi amici continuavano perciò a prendermi in giro in modo assillante, finché ho deciso di togliere il saluto al ragazzo in questione, che per tutto il tempo si era comportato come se fosse all'oscuro di tutto. Una delle spiegazioni che mi sono data è che lo facessero proprio su sua richiesta, per convincermi a sloggiare, ma mi sono chiesta anche se loro possano averlo inteso come uno scherzo, da me frainteso completamente. Va detto che nessuno di loro si è mai azzardato a toccarmi, come invece avevano fatto dei ragazzi alle medie, che io ho sempre provato a pestare di rimando (per l'incredulità dei professori).
Sono stata vittima di bullismo soprattutto all'asilo e elementari, anche in modo direi pesante, più pesante di qualsiasi altro bambino abbia visto. Ancora oggi ripensarci mi fa stare male, all'epoca non ne capivo assolutamente il motivo e a dire il vero non lo capisco bene neanche adesso. Le cose alle elementari si sono calmate un po' quando ho iniziato a soffrire di epilessia. Poi alle medie e superiori avevo un'amica e mi comportavo decisamente da "cattiva ragazza", ho avuto qualche problema ma in modo più indiretto, anche perchè me ne fregavo di tutti e potevo diventare anche violenta. In quel periodo più che altro avevo problemi con gli insegnanti, chiamavano a casa e dicevano a mia madre di farmi vedere da un medico. Ho lasciato le superiori per qualche anno e quando ci sono tornata non ho avuto problemi, anche perchè quello fu un anno in cui mi sentivo abbastanza equilibrata ed inoltre non c'era nessuna vecchia conoscenza.
Io sono sempre stata una bambina solitaria, dalle elementari fino alle medie mi ero attaccata ad una bambina dal carattere forte e quindi nessun episodio di violenza fisica abbastanza violento. preferivano appunto le violenze verbali ma personalmente mi ritengo un target abbastanza difficile in quanto vado in meltdown e quindi facevo finta di nulla. Alla fine hanno capito che era più semplice ignorarmi.
"La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con cautela."
"Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?"
Preferisco non andare nei dettagli visto il passato ma una cosa posso dirla, la cosa peggiore del bullismo e' quando si crede che malgrado esso siano amici.
All'asilo ero preso in giro costantemente da una bambina addirittura perché non parlavo e subivo in silenzio, ricordo che una volta ho vomitato, stavo male, forse soprattutto psicologicamente e quella infierva ancora di più. Idem a scuola elementare, avevo un solo amico con cui parlavo e quando non veniva per me era come essere agnello inserito in una gabbia di lupi. Avevano notato ciò ed ero preso in giro per il fatto che sarei rimasto solo tutto il giorno. Ricordo ancora quando venivo circondato ed evitavo il loro sguardo. Alle medie andava meglio, ma ricordo un paio di liti negli spogliatoi della palestra perché mi avevano rubato dei soldi, l'ultima volta le ho date io, mi sono ribellato, chissà se è stato il mio primo meltdown... Alle superiori ci si sono messi anche alcuni professori, una in particolare, mi dava ai nervi questa cosa perché pensavo che toccasse a loro difendermi... Da parte dei compagni ero messo da parte perché non ero come loro, non partecipavo agli scioperi senza senso, non sapevo giocare a calcio ed andavo considerato come un oggetto (parole testuali), etc. Hanno provato anche con le botte, ma dalla mia avevo che mi ribellavo e riuscivo a difendermi bene, così, sapendolo evitavano almeno lo scontro fisico.
La cosa brutta è che io continuo a trovar bulli anche ora che ho 32 anni, speravo che fosse finita con l'adolescenza ed invece non è così. E non parlo di mera violenza psicologica purtroppo.
"Voglio dedicare un pensiero anche a tutti i bambini, soprattutto a quelli che si sentono un po’ strani e diversi, che non vengono accettati fino in fondo, e che si fanno notare per i motivi sbagliati. Non essere uguali agli altri è ok. Continuate a credere in voi stessi, come insegna la mia storia alla fine malgrado tutto ciascuno può trovare la sua strada." - Zlatan Ibrahimovich
Non ho mai risposto seriamente a questa discussione poiché mi agitava molto ripensare a quel periodo, mi rendeva triste e cupa, ma ora non più, ora non mi fa più male quel passato, mi sono perdonata e ho perdonato.
Vi ho già detto che gli episodi di bullismo si sono verificati in tutte le scuole che ho frequentato dalle elementari in poi.
Alle elementari i ricordi sono pochi, mi è rimasto impresso quando ad un certo punto si alzarono tutti in piedi urlando 'la mamma di Chiara fa la p******a' e ricordo che scoppiai a piangere, ma non ricordo molto altro, ricordo l'esclusione dai giochi, ma tutto sommato il periodo delle elementari è stato quello più tranquillo rispetto al resto.
I primi giorni di prima medie ricordo che c'erano dei ragazzi che mi prendevano in giro, mi calpestavano lo zaino, dissi a mia madre quel che accadeva e mi cambiò classe.
Quando cambiai classe venni accolta bene da quella nuova, penso che qualcosa fu detto dagli insegnanti ai bambini, erano tutti troppo gentili. Ero sempre un po' quella esclusa, quella scelta per ultima, non facevo parte del gruppo, venivo presa in giro ma in fin dei conti era sopportabile, avevo anche 'un'amica' in quella classe. Bastava aspettare di tornare a casa.
Passando alle superiori le cose un po' cambiarono, non ricordo esattamente tutto, ho solo degli episodi fissati nella mente, come quando in palestra un ragazzo mi spinse contro il muro mettendomi un braccio sotto al collo, così, per divertimento. Oppure quando mi prendevano le cose e non me le ridavano, o mi scrivevano dietro la mia felpa preferita, le prese in giro che forse per loro saranno state divertenti, per me era umiliante, ricordo una frase che mi rimase impressa 'Sei come il sole, non ti si può guardare in faccia'. Ma era tutto ancora sopportabile, arrivavo a casa e mi chiudevo nel mio mondo di giochi di ruolo.
Passando dal triennio al biennio mi sembrò che le cose stessero migliorando, feci amicizia con l'unica ragazza della classe che per me diventò tanto amica e un altro ragazzo e anche se gli altri mi prendevano in giro, non importava, avevo loro. Gli volevo tanto bene e mi sentivo felice, non mi serviva molto, volevo solo sentirmi normale, come gli altri. Alla fine del quarto anno le cose cambiarono, non so il perché, la mia amica cominciò ad assentarsi frequentemente e il mio amico si allontanò da me, smise di parlarmi e si unì al gruppo di quelli che mi prendevano in giro.
Cominciò il quinto anno, nessuno più mi parlava e non ho mai capito il perché. Quello che era mio amico neanche più mi guardava, ricordo che ero molto sola. Mi ricordo che la classe era divisa in tre file, la fila a sinistra e quella centrale erano attaccate e c'erano rispettivamente 3 e 4 banchi e nell'ultima fila, quella più staccata alla destra della classe, c'ero solo io. Ricordo che ogni giorno alzarmi per andare a scuola era diventato difficilissimo, ogni giorno trovavo scritte e offese sul banco, gomme attaccate alla sedia, ricordo i disegni alla lavagna, un water, rappresentava me. Mi ricordo tutte quelle offese, via facebook, li bloccavo, e mi contattavano via mail, o con un altro contatto. Ricordo una frase che non potrò dimenticare per l'effetto che mi fece: 'Ti auguro una breve ed agonizzante vita'. Ricordo che al mio 18esimo compleanno non venne nessuno. Tornavo a casa e mi ripetevo che doveva passare l'anno, che quest'incubo sarebbe finito, me lo ripetevo e intanto meditavo di farla finita, passavo le giornate al buio, in camera mia, al PC o sul letto. A casa non sapevano niente, solo verso la fine dell'anno scoppiai a piangere, a pranzo, e dissi tutto. Ero esausta. Ricordo che mia sorella (più piccola di me) si creò un profilo su facebook per aiutarmi (a mia insaputa) e cominciò a scrivere a quel bullo che comandava tutta la classe, ricordo che non fece altro che incrementare gli insulti nei miei confronti.
Finita la scuola c'era da studiare per l'esame, ho capito che dovevo fare qualcosa per uscirne, contattai una ragazza che veniva in pulman con me ma lei faceva un'altra scuola, era della mia città, le chiesi se potevamo studiare insieme le materie che avevamo in comune. Lei accettò, ci vedevamo tutti i giorni, studiavamo, ci mangiavamo un gelato, la sera uscivo con lei e il suo gruppo. L'incubo era finito e anche la scuola, non so cosa avrei fatto se non avessi trovato la forza di contattare quella ragazza.
Anche se ripensare a quel periodo mi scuote sempre un po', oggi posso dire di averlo superato, perché non sono più quella persona e tutto quel che ho vissuto mi ha reso la persona che sono oggi.
Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev'essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Su facebook ci sono le foto delle persone che mi prendevano in giro. Io vorrei salvarle e un giorno se mio figlio tornasse a casa piangendo perché lo hanno trattato male gliele farei vedere invitandolo a compiere un parallelismo. E' una cosa brutta da fare ma è efficace.
Dato che ormai ci sono continuo sull'argomento.
Il bullismo che ho subito non è stato forte. E' stato molto sottile e frustrante. Per lo più si è trattato di finte amiche che mi hanno sfruttata. Andavo a casa loro e mi facevano sedere a terra mentre loro si sedevano sul letto, io non mi rendevo conto di niente, non capivo che c'era qualcosa di strano. I maschi invece mi hanno sempre detto tutto in faccia. Critiche ovviamente per l'aspetto ma anche sfuse, come gli venivano, sull'ispirazione del momento. Una ragazzina più grande mi ha terrorizzata per due anni con storie su Satana alle quali credevo ciecamente perché non pensavo che le persone potessero mentirmi. La maestra di matematica mi lanciava a terra il quaderno e mi guardava con un disprezzo negli occhi che non dimenticherò mai. Questo alle elementari.
Alle medie un tizio ha cercato di menarmi qualche volta ma l'ho sempre avuta vinta io, sono abbastanza atletica perché per mio padre ero un po' Lady Oscar Altre ragazze cercavano di manipolare la mia unica amica (che mi sfruttava) al fine di emarginarmi, e ci sono riuscite. Poi prese in giro sfuse non gravi ma molto pressanti e continue. I ragazzi fecero la classifica delle ragazze in ordine di bellezza e io ovviamente ero l'ultima della lista. (ovviamente!) Ricordo un momento in cui guardai un mio compagno di classe, lui intercettò il mio sguardo, e prima che potesse parlare dissi "AH! SHHH! Stai per chiamarmi Fantasma NON LO FARE". (che poi questo tizio era polacco -.-) Ho avuto un'amica l'ultimo anno e ho respirato per un po'.
Alle superiori al biennio ancora ci sono stati degli strascichi, ma quelli che mi prendevano in giro (lievemente) sono stati bocciati. Sono stata aiutata dalla mia scuola; un liceo artistico pieno di gente emarginata. Penso non esistesse bullismo in quella scuola.
I ricordi più dolorosi però riguardano i vari campeggi estivi della chiesa. Ricordo un momento in particolare: eravamo in stanza io e le mie amiche, al buio prima di andare a dormire, loro si sedettero su un letto insieme mentre io ero su quello davanti e già mi sentivo alienata perché non capivo la loro intesa. Le guardavo quando presero a dirmi che per quanto ero bianca brillavo al buio. Io ora riderei, anche perché mi piace essere bianca, ma all'epoca ero così a terra e le mie capacità sociali erano così basse che pensai di essere completamente sola e inferiore. Quella sera a cena ero capitata davanti a un ragazzo che non avevo mai visto in vita mia, mi incantai a fissarlo in un momento d'assenza personale. Lui e i suoi amici cominciarono a insinuare che mi piacesse e risero di me, poi imitarono il modo che avevo di tagliare la carne. Mi sentii così male che da quel giorno presi a tagliare la carne come tutti gli altri.
Non è niente di grave, davvero, è stato sopportabile. I ricordi che mi causano emozioni più forti sono probabilmente quelli che meno mi hanno segnata. Penso di essere stata segnata dalla storia di Satana che però rievoco nella più totale apatia, non saprei neanche che dirvi...
Alla fine questa sono io... ogni volta che guardavo qualcuno ricevevo un'offesa o un trauma, sospetto che il mio sguardo sfuggente derivi in parte da questo. Sarà per questo che mi devo davvero fidare di qualcuno per poterlo guardare per più di 2 secondi consecutivi negli occhi.
Backend developer ~ Asperger ~ ex tutor ABA
You split the sea
so I could walk right through it
Il bullismo lo incontrato nella mia famiglia, con una madre è un padre che non hanno mai smesso di chiedermi cose che andavano oltre alla mia natura. Sapendo dalla mia intelligenza volevano dei risultati sempre e sempre più alti a scuola, in tutte le materie. Alla fine sono riusciti a farmela odiare. Se non ottenevano quello che volevano da me erano botte e varie punizioni. A scuola le solite cose che capitano ai emarginati. Solo che su di me hanno avuto un effetto strano e molto negativo nello stesso tempo. A scuola sono diventato anch'io un bullo per imitazione (c'è sempre uno più debole di te). Ero un bullo e continuavo a subire del bullismo nello stesso tempo, allora ho capito che i bulli non sono altro che delle bestie che mordono e che si mordono anche fra di loro fino alla morte. Per quello che ho subito in famiglia, ecco sono più di vent'anni che ho lasciato il mio paese (intesa come nazione) e non sono più tornato. Non è questa la mia natura, dentro di me sono una persona per bene, ma loro sono quasi riusciti a cambiarmi. Persino mia moglie dopo la separazione mi spiegava delle sue situazioni, e mi chiedeva la soluzione, ero diventato un oggetto anche per lei, un Mentant come in Dune. Così come diceva @Krigerinne e difficile trovare una persona che si può guardare per più di 2 secondi negli occhi. In un giorno vorrei avere l'onore di sostenere lo sguardo di una persona che riuscirebbe a vedermi per quello che sono.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale
Credo che tutti noi ne siamo stati oggetto. Per me la scuola è stata un vero problema: con i compagni non mi integravo, anche perché non lo trovavo interessante, e le maestre, specialmente una, erano arrabbiate con me perché sapevo più cose di loro. Avendo imparato a leggere prima dei tre anni, alle elementari sapevo troppe cose. Una maestra chiamava continuamente a casa per rimproverarmi, una volta fece seccare la mia piantina che ci aveva fatto seminare e poi disse davanti a tutta la classe che secondo lei io ero omosessuale, quando non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Alle medie è andata poco meglio, perché avevo una professoressa estremamente comprensiva: fu quella che ci fece vedere "Il mio piccolo genio" e poi mi disse che lo aveva scelto per me. Alle superiori è andata ancora meglio, perché a scuola ero bravo, ma comunque prendevo tutto molto sul serio: non passavo compiti perché credevo che tutto dovesse essere fatto con le proprie forze (in caso aiutavo a studiare), una volta capirono che ero l'unico a non aver votato un compagno di classe come rappresentante d'istituto perché aveva presentato un programma per me poco serio e mi fecero una lunga serie di dispetti per questo motivo. Fuori dalla scuola non ho avuto grandi problemi, anche perché ho sempre frequentato ambienti molto protettivi e accoglienti, come la parrocchia. La mia famiglia a volte è stata un po' maldestra, non ha capito bene i miei problemi ma poi io sono riuscito a capire i loro... e comunque li ho fatti soffrire abbastanza, dev'essere stato difficile vivere con me.
Anche se il post è vecchio ci tenevo comunque a rispondere...
Onestamente non saprei come classificare il bullismo che ho sofferto, più che altro lo catagolerei nel reparto "emarginazione". Durante le ore scolastiche mi sentivo come un fantasma e posso dire con certezza che il mio compagno di banco per tutto il periodo delle superiori (alle elementari e alle medie i posti li assegnavano le maestre/i professori) è stata la sedia su cui appoggiavo il mio zaino.
Vessazione fisiche per fortuna no. Psicologiche purtroppo sì, per quanto io cercassi di rimanere "invisibile". Raramente rispondevo. Come accade una volta, quando una mi disse che assomigliavo all'urlo di Munch. Ricordo che le risposi che stavo urlando perché avevo visto lei e mi ero spaventata. Credo che il bullismo sia un problema difficile da risolvere, e non è generato da un solo individuo ma da tanti. La figura del bullo è composta non da una persona ma da un insieme che la plasmano, la fanno sentire forte. Se la scomponessimo non ne uscirebbe che un ragazzo soltanto. Ciò, comunque, non giustifica le vessazioni che un ragazzo/a è costretto a subire soltanto perché diverso dai suoi compagni. Tutto ciò, molto spesso, nell'indifferenza dei professori stessi.
Dalla seconda media in poi tanti episodi di bullismo più che altro mi hanno sempre offesa (maschi e femmine ) per l aspetto fisico. .ancora oggi mi succede anche se molto meno
E' vero se è vero che è vero che..
che mi fa impazzire se penso che le cose che ho toccato insieme a te debbano svanire...dimmi che non è, dimmi che non è tutta un'illusione...un'illusione"
Sì, qualcosa lo ricordo ma non più di tanto. Alle elementari mi presero di mira perché ero cicciotta e mi pare mi chiusero nel bagno con un bambino cicciotto, dicendo che i ciccioni dovevano stare insieme tra di loro.
Ho sempre visto queste etichette messe dagli NT come limitazioni mentali, in realtà li consideravo inferiori già all'epoca.
C'era un tizio più grande che mi prendeva da sola e mi ripeteva "Lo sai come mi chiamano? Teschio." e io tuttora non riesco proprio a capire che diavolo volesse, e all'epoca rispondevo sempre con un "Ah, ok, bravo." oppure "Ah, sì? E quindi?" ed ero molto in imbarazzo perché mi veniva incontro e il contatto coi maschi mi metteva a disagio da morire. Una volta camminò così tanto da ritrovarmi addosso al muro.
Inizialmente pensavo sempre volesse picchiarmi ma non l'ha mai fatto, non capisco davvero cosa volesse, dovevo dire quello che voleva lui. Boh. Forse era matto.
Alle medie ero un maschio mancato e ogni giorno c'era un amichetto che mi cantava la serenata, mettendomi in fortissimo imbarazzo. Non ho mai capito perché facesse così, giuro. Che senso aveva fare lo scemo? Mi prendevano in giro, e poi? Boh.
Alle superiori la classe nella quale approdai dopo la bocciatura decise di isolarmi in blocco, tranne una ragazza che è ancora mia amica - e ha problemi d'ansia.
Furono così maledette quelle mezze tacche delle mie compagne di classe che non solo isolarono me, ma alla primissima assemblea di classe dissero alla mia amica davanti a me "Non devi essere sua amica, se lo diventerai isoleremo anche te." e lei rispose - coraggiosamente - "Io faccio quello che mi pare, voi non potete dirmi proprio niente.", lasciandomi di stucco.
E gliela fecero pagare davvero, a un certo punto trattavano peggio lei che me.
Poi in un gruppo di amici diversi anni fa ebbi una crisi di rabbia contro una persona e questi si schierarono tutti in blocco contro di me.
Mi fecero stare malissimo, non ho voglia di scendere in particolari perché ci sto tuttora male se ci ripenso, basti sapere che una sera mi fecero un'inquisizione pubblica tutti insieme contro di me.
Una volta ho avuto a che fare con un pedofilo. Avevo 8 anni, fortuna che sono ND a prescindere dall'etichetta perché seguivo i tg e sapevo che c'era il traffico degli organi ed era uscita fuori la questione di Andrej Chikatilo - sono appassionata di psicologia criminale e serial killer - quindi al momento che questo mi ha mostrato come si stava trastullando sono riuscita solo a vagliare i pro e i contro della situazione al fine di darmela a gambe levate il più presto possibile senza farmi male.
Sono stata brava, l'ho assecondato, ho capito che aveva problemi con gli adulti e ho tirato in mezzo che papà era da quelle parti e sarebbe venuto a cercarmi a breve se non m'avesse vista tornare. C'ho preso, questo s'è spaventato e sono riuscita ad andare via, tuffandomi in un cespuglio a piangere, ovviamente venendo beccata da tutto il circolo di tennis - tutti uomini, te pare?
Che vergogna.
Un'altra volta avevo 14 anni e avevo una storiella con uno più grande che ha pensato bene di trasportarmi dietro un cespuglio e tentare di prendermi con la forza, yuhu, sempre a me capitano sti tizi. Devo avere una sorta di magnete.
Non scendo nei particolari, fatto sta che mi hanno salvata la cintura che si è bloccata e il fratellino minore di una mia amica che ha seguito la scena ed è uscito, inventando che al tipo stavano rubando il motorino.
E mi ha detto fortuna per la seconda volta.
L'ultima volta è stata con un mio ex che prego di non trovarmi mai davanti per la sua salute fisica.
Avevo 25 anni, era un pessimo periodo, dovevo andare dalla ginecologa per un problema e st'idiota doveva per forza avere rapporti con me.
Gli dico "No, ho quel problema, lo sai, preferirei aspettare due-tre giorni che domani vado dalla dottoressa".
Questo qui mi ha messo il broncio, iniziando a darmi la colpa di tutto perché non volevo affrontare il problema, perché ero codarda e così via, tutto per una scopata - scusate, passatemela.
A quel punto ho ceduto e non mi sono mai sentita andare in pezzi come quel giorno, giuro.
Nel 2011 lavorai per uno studio legale molto grande a Roma e dire che ho subito mobbing sarebbe poco.
Ho perso 8 chili in un mese, le segretarie senior mi odiavano e ce lo dicemmo anche in faccia durante un litigio - andai quasi in meltdown, urlando per lo studio "Non dovete azzardarvi a chiamarmi fuori dall'orario di lavoro!" -, agli avvocati dominus non si poteva chiedere nulla, uno di loro era sotto psicofarmaci e qualsiasi domanda lo faceva scattare come un matto. L'altro anche era abbastanza fumentino... se dovessi raccontare per filo e per segno mi picchiereste, vi basti sapere che sono finita in ospedale con "un infarto" a 26 anni. In ospedale mi dissero proprio che dovevano tenermi 12 ore per fare le analisi e vedere se il cuore avesse subito dei danni, parole testuali.
Quando tornai a studio ovviamente non ci fu nessuna comprensione. Anzi, venti giorni dopo mollai tutto mentre ero in Cassazione, fascicoli compresi perché un'idiota di praticante - ovviamente donna, come te sbagli - mi diede della bambina deficiente.
Ebbi una crisi di panico così grande all'idea di aver mollato tutto che ebbi seriamente paura che mi riprendesse un infarto, non sono riuscita a calmare le mie emozioni contrariamente a quel che facevo sempre e mi guardavano tutti in maniera molto strana, ma non me ne poteva fregare di meno: mi ero tolta quell'incubo di dosso, finalmente.
Chiudo sennò mi picchiate.
I want out--to live my life alone I want out--leave me be I want out--to do things on my own I want out--to live my life and to be free
Purtroppo sì , la cosa mi fa schifo , perché ho conosciuto già alle elementari delle persone che mi hanno resa molto pessimista nei confronti del mondo. Ricordo che alle elementari un mio compagno mi prendeva per lo zaino e mi tirava su da terra ( era molto più alto e forte di me ) e poi per un motivo o per l'altro tutti i miei coetanei che mi vedevano nel corridoio mi insultavano oppure scappavano
Commenti
@ct87 se non dici che sei bella, qui lo diciamo tutti dalle tue foto
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione di essere uno stupido. – Albert Einstein
Chiunque è un genio, ma se tu giudichi un pesce per la sua abilità di salire su un albero vivrà eternamente con la sensazione di essere uno stupido. – Albert Einstein
Dopo di che mi iscrissi alla ragioneria e subì un "bullismo moderato", però la cosa triste e che li anche i docenti contribuivano alle prese in giro, però non con me, anzi io ero il cocco dei professori.
... e tempesta sia! (Herman Melville)
Più che altro ero vittima di prese in giro. Ma non le classiche prese in giro accettabili...quelle continue e quasi maniacali.
Poi con il tempo mi sono fortificato caratterialmente e sono andato a prendermi la mia rivincita prendendomela con due tizi molto grossi nel loro territorio, rischiando addirittura l'ospedale. Libertà o morte insomma...ma a parte un litigio molto violento, stranamente sono tornato a casa vivo.
Ad oggi non c'è nessuno che mi prende in giro (almeno credo), e chi lo faceva non mi saluta più..segno che ha capito che non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa.
Talvolta (specie quando sono sotto stress) penso che sarebbe bello che qualche pirata della strada investisse i bulli, ma poi riconosco che la loro morte porterebbe dolore a persone che non hanno nulla a che fare con le nostre faccede (es i loro familiari).
Un giorno capiranno di aver sbagliato, ed avranno ancora tanti anni per ricordarlo. Se dovessi fare un paragone, sarebbe l'ergastolo e la pena di morte. L'ergastolo è una sofferenza più lunga, e quindi più atroce.
Le medie sono state tragiche. Vessazioni continue, prese in giro e botte. Le insegnati non sapevano che fare o cosa dire. Ed io sopportavo e mi chiedevo il perchè. Un giorno arrivai in classe in ritardo e un mio compagno iniziò con le prese in giro. Non l'avesse mai fatto... quel giorno scoppiai. Lo presi per il collo, lo buttai giù dalla sedia ed iniziai a prenderlo a pugni in faccia. Mi hanno dovuto staccare a forza gli altri compagni. Da quel giorno il bullismo mei miei confronri diminuì.
Ancora oggi ripensarci mi fa stare male, all'epoca non ne capivo assolutamente il motivo e a dire il vero non lo capisco bene neanche adesso. Le cose alle elementari si sono calmate un po' quando ho iniziato a soffrire di epilessia. Poi alle medie e superiori avevo un'amica e mi comportavo decisamente da "cattiva ragazza", ho avuto qualche problema ma in modo più indiretto, anche perchè me ne fregavo di tutti e potevo diventare anche violenta. In quel periodo più che altro avevo problemi con gli insegnanti, chiamavano a casa e dicevano a mia madre di farmi vedere da un medico.
Ho lasciato le superiori per qualche anno e quando ci sono tornata non ho avuto problemi, anche perchè quello fu un anno in cui mi sentivo abbastanza equilibrata ed inoltre non c'era nessuna vecchia conoscenza.
Sapendo dalla mia intelligenza volevano dei risultati sempre e sempre più alti a scuola, in tutte le materie.
Alla fine sono riusciti a farmela odiare. Se non ottenevano quello che volevano da me erano botte e varie punizioni. A scuola le solite cose che capitano ai emarginati. Solo che su di me hanno avuto un effetto strano e molto negativo nello stesso tempo.
A scuola sono diventato anch'io un bullo per imitazione (c'è sempre uno più debole di te).
Ero un bullo e continuavo a subire del bullismo nello stesso tempo, allora ho capito che i bulli non sono altro che delle bestie che mordono e che si mordono anche fra di loro fino alla morte.
Per quello che ho subito in famiglia, ecco sono più di vent'anni che ho lasciato il mio paese (intesa come nazione) e non sono più tornato.
Non è questa la mia natura, dentro di me sono una persona per bene, ma loro sono quasi riusciti a cambiarmi.
Persino mia moglie dopo la separazione mi spiegava delle sue situazioni, e mi chiedeva la soluzione, ero diventato un oggetto anche per lei, un Mentant come in Dune.
Così come diceva @Krigerinne e difficile trovare una persona che si può guardare per più di 2 secondi negli occhi. In un giorno vorrei avere l'onore di sostenere lo sguardo di una persona che riuscirebbe a vedermi per quello che sono.
In ospedale mi dissero proprio che dovevano tenermi 12 ore per fare le analisi e vedere se il cuore avesse subito dei danni, parole testuali.
I want out--leave me be
I want out--to do things on my own
I want out--to live my life and to be free