nuova utente da Brescia

in Mi presento
Ciao a tutt*,
Vi scrivo da Brescia, ho 30 anni, e al momento sono ancora molto confusa.
Ho fatto il test di autodiagnosi, il risultato è un punteggio aspie di 166 su 200 (perdonatemi, non riesco ad allegarvi il grafico perchè ho fatto il test da cellulare e sul computer da cui Vi scrivo ho solo il pdf).
Credete sia possibile ottenere un punteggio del genere, non essendo comunque aspie?
Al momento l'idea da un lato mi conforta, dando un senso a tutto, dall'altro mi terrorizza. Potrei essere una buona madre comunque? Inoltre vivo con sconforto la mia incostanza, il mio riuscire in molto ma non eccellere in nulla, la sensazione che dopo poco tutti mi "snobbino" o si approfittino di me lasciandomi sola, mi sento fallita e irrealizzata e se questo è dovuto alla sindrome di asperger, significa che sconforto e depressione e solitudine non mi abbandoneranno mai?
Per quanto possibile, mi sono immersa completamente in letture sull'argomento, e leggendo anche Voi su questo forum, devo dire che sembra di leggere me stessa. A parte 2 fattori:
-non mi ritengo priva di empatia. ho difficoltà a capire le intenzioni, i sottintesi, quando una persona dice una cosa ma ne intende un'altra, ma tendo altresì a fare mie le emozioni degli altri, anche in modo eccessivo se si tratta di persone a me care.
-non amo la routine, probabilmente, addirittura, la detesto. mi soffoca e mi fa sentire in gabbia, non al sicuro, tutt'altro.
Queste incoerenze mi confondono parecchio e vi sarei grata se foste così gentili da regalarmi un'opinione sincera.
il mio istinto sarebbe quello di andare immediatamente in un centro specializzato, per togliermi i dubbi, ma a quanto mi sembra non ci sono centri asperger a Brescia, la meta più vicina sarebbe Milano, ma con un bimbo di 2 anni al momento mi è davvero difficile.
Temo che ne sarò ossessionata fino a quando potrò avere qualche certezza, in negativo o positivo, quindi spero di poter smorzare la cosa.
Vi ringrazio tanto,
sorrisi
Vi scrivo da Brescia, ho 30 anni, e al momento sono ancora molto confusa.
Ho fatto il test di autodiagnosi, il risultato è un punteggio aspie di 166 su 200 (perdonatemi, non riesco ad allegarvi il grafico perchè ho fatto il test da cellulare e sul computer da cui Vi scrivo ho solo il pdf).
Credete sia possibile ottenere un punteggio del genere, non essendo comunque aspie?
Al momento l'idea da un lato mi conforta, dando un senso a tutto, dall'altro mi terrorizza. Potrei essere una buona madre comunque? Inoltre vivo con sconforto la mia incostanza, il mio riuscire in molto ma non eccellere in nulla, la sensazione che dopo poco tutti mi "snobbino" o si approfittino di me lasciandomi sola, mi sento fallita e irrealizzata e se questo è dovuto alla sindrome di asperger, significa che sconforto e depressione e solitudine non mi abbandoneranno mai?
Per quanto possibile, mi sono immersa completamente in letture sull'argomento, e leggendo anche Voi su questo forum, devo dire che sembra di leggere me stessa. A parte 2 fattori:
-non mi ritengo priva di empatia. ho difficoltà a capire le intenzioni, i sottintesi, quando una persona dice una cosa ma ne intende un'altra, ma tendo altresì a fare mie le emozioni degli altri, anche in modo eccessivo se si tratta di persone a me care.
-non amo la routine, probabilmente, addirittura, la detesto. mi soffoca e mi fa sentire in gabbia, non al sicuro, tutt'altro.
Queste incoerenze mi confondono parecchio e vi sarei grata se foste così gentili da regalarmi un'opinione sincera.
il mio istinto sarebbe quello di andare immediatamente in un centro specializzato, per togliermi i dubbi, ma a quanto mi sembra non ci sono centri asperger a Brescia, la meta più vicina sarebbe Milano, ma con un bimbo di 2 anni al momento mi è davvero difficile.
Temo che ne sarò ossessionata fino a quando potrò avere qualche certezza, in negativo o positivo, quindi spero di poter smorzare la cosa.
Vi ringrazio tanto,
sorrisi
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Commenti
Intanto puoi fare anche gli altri test che trovi alla pagina dei Test di Spazio Asperger.
Come sei arrivata sul forum?
Almeno sull'empatia, però, mi permetto di rimandarti alla discussione a cui partecipai, con le esaurienti risposte di iie e Landauer. La distinzione tra empatia affettiva e cognitiva mi ha chiarito in gran parte le idee, almeno su questo.
http://www.spazioasperger.it/forum/discussion/5107/empatia/p2#Comment_170636
:-bd
Direi che la vita non dev'essere dettata dai test, dalle diagnosi oppure da quello che gli altri pensano di noi.
In questo forum troverai di sicuro delle soluzioni, storie compatibile con la tua.
Avere consapevolezza di quello che siamo non è una condanna, quello è il nostro patrimonio, la nostra identità, e va difesa.
Benvenuta in mezzo a noi.
E carino il tuo nick.
Benvenuta!
Forse avremo modo di conoscerti meglio in futuro, lo spero
Comunque penso che il fatto di essere Asperger non escluda la possibilità di essere felici né di essere una buona mamma.
(I) Non esistono test di "autodiagnosi" perché non esiste - non può esistere concettualmente, è un controsenso - l'autodiagnosi (tutt'al più ci possono essere dei "sospetti fondati", ma è da considerarsi diagnosi soltanto quella emessa da uno o più professionisti qualificati).
Una parola più indicata, in questo caso, sarebbe probabilmente "screening".
(II) Ti riferisci in modo specifico alla Sindrome di Asperger, ma l'Aspie Quiz è in realtà ormai (specialmente nelle ultime versioni) un test orientato verso la Neurodiversità in senso generale, meno specifico per lo Spettro Autistico rispetto al RAADS-R che hai citato in un post successivo (il quale assume valenza diagnostica se somministrato da un professionista, mentre rimane un test di screening se compilato autonomamente).
Ovviamente so che non intendevi di esserti davvero diagnosticata da sola la Sindrome di Asperger (anzi, scrivi proprio per esprimere dei dubbi!), ma è proprio per questo che ti invito a riflettere sul significato dei termini.
(Inoltre - e in questo caso ti ho in un certo senso "usata" - ho voluto sfruttare il tuo post per esprimere chiaramente la mia personale avversione verso l'assurdo concetto di "autodiagnosi").
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Fatta questa premessa, provo a rispondere alle tue domande.
Aggiungo anzi, prima, un'ulteriore premessa, dato che il termine "aspie" da te usato può generare fraintendimenti (il termine ha assunto col tempo un significato più ampio rispetto a quello di "persona con Sindrome di Asperger").
Userò quindi, al posto di "aspie" (parola che tra l'altro non sopporto, indipendentemente dal significato che le si vuole attribuire, semplicemente per come suona) la parola Asperger.
Chiedi se sia possibile ottenere un punteggio elevato all'Aspie Quiz pur non essendo Asperger.
Per quanto ho scritto nei punti (I) e (II) della premessa, la mia risposta a questa domanda non può che essere sì.
È pur vero che il tuo punteggio (166) è molto alto, e che a questo si affianca un punteggio nel RAADS-R (compilato autonomamente) ben al di sopra del cut-off che sarebbe applicato in fase di diagnosi (test somministrato da un professionista con intervista clinica).
Per questo credo si possa parlare, come ho scritto sopra, di sospetti fondati (fondati cioè sulla tua esperienza di vita, sulle tue riflessioni basate su ciò che hai letto e anche, in parte, sui risultati dei test di screening).
Qualcuno ti ha invitato a fare altri test presenti su Spazio Asperger. Potrebbe essere una buona idea, ma ti inviterei comunque a non dare eccessivo peso ai punteggi ottenuti (anche mille test compilati autonomamente e tutti con punteggi ampiamente sopra la soglia non possono fare una diagnosi).
Piuttosto, potrebbero aiutarti a capire meglio te stessa, a riflettere su aspetti che magari non avevi mai preso in considerazione, etc.
Potrebbero però anche alimentare ulteriormente il tuo "sospetto fondato" e tormentarti fino a quando non troverai tempo e modo di rivolgerti a un esperto per avere una valutazione.
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Potresti essere una buona madre anche se fossi Asperger?
Sì.
(Ci sono, qui sul Forum, diverse donne Asperger che sono anche madri, e credo ne siano una testimonianza).
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Sconforto, depressione e solitudine non ti abbandoneranno mai?
Non lo so (nessuno, in questo momento, lo può sapere).
Dipende in gran parte da molti fattori non legati direttamente alla Sindrome di Asperger (non sarebbe cioè la Sindrome di Asperger, da sola e in quanto tale, a determinare una condizione di Depressione).
Ma tu, in questo momento, sei depressa?
Se sì, l'eventuale consapevolezza della tua identità autistica potrebbe aiutarti ad accettare te stessa e magari avere un effetto positivo (magari no...). Magari poi un'eventuale terapia cognitivo-comportamentale potrebbe darti ulteriori benefici.
Se no, perché mai dovresti diventarlo dopo un'eventuale diagnosi?
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Sull'empatia ti hanno già risposto. Aggiungo che nessuno dei criteri diagnostici per i Disturbi dello Spettro Autistico fa riferimento alla parola "empatia".
Ci sono, questo sì, degli stereotipi (purtroppo molto diffusi) che vedono le persone Autistiche come del tutto prive di sentimenti ed empatia.
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Dato che sei immersa in letture sul tema, per provare a chiarire i tuoi dubbi relativi al concetto di routine potresti leggere i criteri diagnostici del DSM-5:
http://www.spazioasperger.it/index.php?q=caratteristiche-dell-asperger&f=23-lo-spettro-autistico-prossimo-venturo-dsm-5
Tralascia l'espressione "prossimo venturo" (l'articolo è vecchio, i criteri sono quelli attuali).
(Ne approfitto per chiedere a @wolfgang, se possibile, di aggiornare l'articolo, perché potrebbe creare confusione).
Ti accorgerai, leggendo, che la "eccessiva aderenza alla routine" è sì tra i criteri diagnostici, ma non è una condizione necessaria (è infatti sufficiente che siano soddisfatti due dei quattro criteri del dominio
Quindi: il fatto che "odi la routine" non esclude che tu possa essere nello Spettro Autistico (il che, ovviamente, non significa che tu lo sia).
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Ti consiglio infine, se non lo hai già letto, il libro (gratuito) "Lo Spettro Autistico, Risposte Semplici.":
http://www.spazioasperger.it/index.php?q=valutazione-e-intervento&f=319-libro-gratuito-lo-spettro-autistico-risposte-semplici
Qui troverai (tra le altre cose) un'ottima spiegazione del concetto di "spettro", degli esempi concreti riguardanti i vari criteri diagnostici e - cosa molto importante - una serie di "falsi miti" da sfatare sull'Autismo (si parla anche di empatia).
Effettivamente non oso affatto autodiagnosticarmi e spero in una valutazione professionale il prima possibile.
Quali significati collaterali ha assunto il termine "aspie"? Scusatemi, credevo fosse ritenuta solo una comoda abbreviazione.
Stanotte leggo quanto mi hai consigliato. Grazie ancora.
Il termine "aspie", introdotto nel 1999 (nel libro "Pretending to be normal" di Liane Holliday Willey) come sinonimo di "persona affetta da Sindrome di Asperger", ha assunto nel tempo una connotazione "identitaria", fondata in buona parte sul falso - e, secondo me, dannoso - stereotipo secondo cui le persone Asperger sarebbero "speciali", "geniali", dotate di abilità particolari e "fuori dal comune" [cosa vera in alcuni casi (così come è vera in alcuni casi per le persone Neurotipiche), ma assolutamente falsa in generale].
Nell'anno 2017, quindi, per essere "aspie" è sufficiente riconoscersi nelle caratteristiche (quelle "vere" o presunte tali come le difficoltà sociali, ma anche quelle false come la "genialità") della Sindrome di Asperger, senza la necessità di avere una diagnosi ufficiale.
Cioè: una qualsiasi persona Neurotipica che ha delle difficoltà sociali, e che magari avverte il bisogno di "sentirsi speciale", può oggi collegarsi a Internet, compilare l'Aspie Quiz, ottenere un punteggio sopra la soglia e autodefinirsi "aspie" (per quanto scritto sopra è perfettamente legittimata a farlo).
Ci sono, ovviamente, anche persone Asperger che si riconoscono nella "sottocultura" aspie o che continuano a usare la parola nel suo significato originario (magari qualcuno ama il suono di questa parola o non vuole pensare a sé stesso come Autistico).
Quindi, secondo questa prima visione, esistono Aspie Neurotipici e Aspie Asperger.
Ci sono altre persone Asperger che, invece, data la forte presenza di "aspie neurotipici", preferiscono pensare alla parola "aspie" come sinonimo di "persona Neurotipica che si riconosce in alcune caratteristiche della Sindrome di Asperger". Queste persone, di conseguenza, rifiutano per sé stesse l'etichetta di "aspie" (e magari preferiscono definirsi Autistiche).
In questa seconda visione gli Aspie sono per definizione Neurotipici, quindi un Asperger non può essere Aspie.
Una terza visione pone la diagnosi come elemento discriminante.
Cioè:
Ti riconosci nelle caratteristiche della Sindrome di Asperger ma non hai una diagnosi --> sei Aspie (indipendentemente dal fatto che tu sia effettivamente Asperger o meno);
Hai una diagnosi --> sei Asperger.
Una quarta (e ultima, nel senso che è l'ultima che mi viene in mente) interpretazione è quella che vede gli Aspie come "Asperger Neurotipici", ossia persone diagnosticate Asperger ma non "realmente" autistiche (in riferimento all'allargamento dei criteri diagnostici).
Qui si aprirebbe un altro discorso che non ho alcuna intenzione di intraprendere; ho scritto questa interpretazione soltanto per completezza, perché mi è capitato di leggerla.
Come vedi, insomma, la parola "aspie" può essere - e viene - usata con molti significati diversi.
Questo è uno dei motivi principali (un altro è, come ho già scritto, il fatto che il suono della parola mi provoca un fastidio fisico) per cui io preferisco non usarla quando si parla di Sindrome di Asperger.
Questa interpretazione consiste nell'identificare gli Aspie con i cosiddetti "Asperger Subclinici", ossia coloro che presenterebbero caratteristiche sufficienti a soddisfare i criteri diagnostici, ma non hanno problemi di "funzionamento" clinicamente rilevanti (e, di conseguenza, non possono ricevere una diagnosi clinica di Disturbo dello Spettro Autistico o Sindrome di Asperger).
Solo una cosa non mi è chiara: qual è lo stereotipo inverso e più diffuso nella cultura Aspie rispetto a quello della genialità?
Sarebbe interessante aprire una discussione oppure compilare un elenco con tutte queste dicerie sentite con le proprie orecchie e sulla propria pelle.
Ma non per sbeffeggiarle bensì per far capire alle persone che si sbagliano di grosso.
In effetti, però, mi rendo conto di non conoscere abbastanza bene questa cultura, quindi dovrei evitare di esprimermi su di essa.