Calipso: Immortale è chi accetta l'istante. Chi non conosce più un domani. Ma se ti piace la parola, dilla. Tu sei davvero a questo punto?
Odisseo: Io credevo immortale chi non teme la morte.
Calipso: Chi non spera di vivere. [...] Qualcuna di noi resisté ai nuovi dèi; lasciai che i nomi sprofondassero nel tempo; tutto mutò e rimase uguale; non valeva la pena di contendere ai nuovi il destino. Ormai sapevo il mio orizzonte e perché i vecchi non avevano contesto con noialtri. [...] Non c'è vero silenzio se non condiviso. [...] Non vale la pena, Odisseo. Chi non si ferma adesso, subito, non si ferma mai più. Quello che fai, lo farai sempre. Devi rompere una volta il destino. Devi uscire di strada, e lasciarti affondare nel tempo... [...] Che cos'è vita eterna se non questo accettare l'istante che viene e l'istante che va? L'ebbrezza, il piacere, la morte non hanno altro scopo. Cos'è stato finora il tuo errare inquieto?
Odisseo: Se lo sapessi avrei già smesso. Ma tu dimentichi qualcosa.
Calipso: Dimmi.
Odisseo: Quello che cerco l'ho nel cuore, come te.
Diane: "mi hai fatto salire fin qui perché mi innamorassi di te" Lionell: "ti ho fatto salire fin qui perché ho capito che avevi bisogno di incontrarmi"
Dal film: "un ritratto immaginario di Diane Arbus"
Io ho vissuto in un mondo asettico, fatto di normale perfezione attesa e auspicata. Un mondo abitato solo da me, in cui io solo sono regina. Innamorarmi del mio lato imperfetto, grottesco, strano, deriso mi ha donato la vita e ha reso abitato il mio mondo
“... Per quanto si possa desiderarlo, non si può salvare lo spirito di un’altra persona. Si può soltanto indurlo a lottare per salvarsi...”
Donna William
Che io abbia il corraggio di accettare le cose che non posso cambiare, la forza di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza per poterle distinguere. (versione personale)
Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza? E. Cioran
Certo che oggi la vita è diventata proprio comoda... Basta entrare in un discount per trovare cibo, cosmetici e... perfino telefoni cellulari. Che peccato: tra le altre cose non vendono anche rapporti umani. (da "Welcome to the NHK")
"Gli uomini mi fanno orrore, ma non sono un misantropo. Se fossi onnipotente - Dio o Diavolo -, eliminerei l'uomo." (Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995)
Questa l'avevo segnata su un foglietto che ho ritrovato ora, ma non mi sono segnata l'autore/trice e non riesco a risalire alla fonte: "siamo concentrati di certezze sgretolati dalle prossime rivelazioni".
Questa l‘ho sentita per la prima volta nel testo di una canzone, ci sono pareri contrastanti riguardo la fonte originaria, ma è una frase che comunque mi ha colpito molto: When there´s nothing left to burn, you have to set yourself on fire
Se tu dovessi dirmi : "mamma, ho ucciso un uomo" io ti risponderò "abbiamo ucciso un uomo"
Gli avvocati sono così: ti dicono: "complimenti signora, ABBIAMO vinto" "mi dispiace signora HA perso" (non l'abbiamo a male eventuali rappresentanti di categoria)
Mia madre mi ha raggiunto al fondo di un abisso, il mio abisso, non il più profondo, ce ne sono di molto più profondi e molto più oscuri, ma pur sempre un abisso.
L'autrice dice questa frase relativamente al passo importante di cedere i diritti d'autore a Disney... Per me invece rappresenta la mia risposta a ogni tentativo manipolatorio, benché a fin di bene. Io voglio trovare e capire cosa sarei stata non fossi stata ficcata a forza in uno stampino... Vorrei scoprire cosa sarei stata... anche che sarei stata una persona orrenda perché alla fine.... "sono io a scegliere" E anche a scegliere di cambiare e cosa cambiare
Questa l‘ho sentita per la prima volta nel testo di una canzone, ci sono pareri contrastanti riguardo la fonte originaria, ma è una frase che comunque mi ha colpito molto: When there´s nothing left to burn, you have to set yourself on fire
Se non guarisci ciò che ti ha ferito, sanguinerai addosso a chi non ti ha tagliato
Non so di chi sia ma è verissima!!!
@vera68 pura coincidenza anche io l io letta 2 mesi fa all inizio Dell ultimo libro di Carlo Taglia. Non so se è sua perché non cita nessun autore come fanno tutti. Dove l hai letta
Commenti
Odisseo: Io credevo immortale chi non teme la morte.
Calipso: Chi non spera di vivere. [...] Qualcuna di noi resisté ai nuovi dèi; lasciai che i nomi sprofondassero nel tempo; tutto mutò e rimase uguale; non valeva la pena di contendere ai nuovi il destino. Ormai sapevo il mio orizzonte e perché i vecchi non avevano contesto con noialtri. [...] Non c'è vero silenzio se non condiviso. [...] Non vale la pena, Odisseo. Chi non si ferma adesso, subito, non si ferma mai più. Quello che fai, lo farai sempre. Devi rompere una volta il destino. Devi uscire di strada, e lasciarti affondare nel tempo... [...] Che cos'è vita eterna se non questo accettare l'istante che viene e l'istante che va? L'ebbrezza, il piacere, la morte non hanno altro scopo. Cos'è stato finora il tuo errare inquieto?
Odisseo: Se lo sapessi avrei già smesso. Ma tu dimentichi qualcosa.
Calipso: Dimmi.
Odisseo: Quello che cerco l'ho nel cuore, come te.
- Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò (L'isola)
Jim Morrison
Lionell: "ti ho fatto salire fin qui perché ho capito che avevi bisogno di incontrarmi"
Dal film: "un ritratto immaginario di Diane Arbus"
Io ho vissuto in un mondo asettico, fatto di normale perfezione attesa e auspicata. Un mondo abitato solo da me, in cui io solo sono regina.
Innamorarmi del mio lato imperfetto, grottesco, strano, deriso mi ha donato la vita e ha reso abitato il mio mondo
( @iie )
Grazie
Da Giorgio Manganelli - Pinocchio: un libro parallelo.
Donna William
Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?
E. Cioran
When there´s nothing left to burn, you have to set yourself on fire
Se tu dovessi dirmi : "mamma, ho ucciso un uomo" io ti risponderò "abbiamo ucciso un uomo"
Gli avvocati sono così: ti dicono:
"complimenti signora, ABBIAMO vinto"
"mi dispiace signora HA perso"
(non l'abbiamo a male eventuali rappresentanti di categoria)
Mia madre mi ha raggiunto al fondo di un abisso, il mio abisso, non il più profondo, ce ne sono di molto più profondi e molto più oscuri, ma pur sempre un abisso.
Ma belle-mere (mia suocera)... Il francese a volte rende di più
Quando dissi a mia madre che io assomigliavo a mia suocera, mi sbranó con le parole.
Credo che non accettasse che potessimo stare tutte e tre sulla stessa barca
(Bertalanfly)
Come dire che soltanto noi possiamo dare la migliore spiegazione di noi stessi a noi stessi.
È bellissimo, sa di libertà
“Sono andato a letto presto.”
Da C’era una volta in America di Sergio Leone
Non so di chi sia ma è verissima!!!
F. Pessoa
-buona festa della liber(in)azione a tutti -
Pamela Travers, autrice di Mary Poppins.
L'autrice dice questa frase relativamente al passo importante di cedere i diritti d'autore a Disney...
Per me invece rappresenta la mia risposta a ogni tentativo manipolatorio, benché a fin di bene.
Io voglio trovare e capire cosa sarei stata non fossi stata ficcata a forza in uno stampino...
Vorrei scoprire cosa sarei stata... anche che sarei stata una persona orrenda perché alla fine.... "sono io a scegliere"
E anche a scegliere di cambiare e cosa cambiare
Edit (vista scritta senza autore)