Cari docenti di mio figlio, di mia figlia, miei, vorrei dirvi... (manuale di istruzioni)
Io ho pensato ad una cosa.
Io ho pensato che questo luogo potrebbe essere infinitamente utile a docenti che abbiano a che fare con bambini nello spettro autistico o con dubbi relativi a ciò, per capire cosa fare e cosa non fare per aumentarne il benessere in ambito didattico ed educativo.
E ho pensato che siccome qui ci sono molte madri e padri di bambini/ragazzi nello spettro autistico, potrebbero dare delle indicazioni dirette, precisissime, su come vivono alcune situazioni i loro figli.
E ho pensato anche che tutte le persone nello spettro autistico potrebbero dare un contributo importante su ciò che sarebbe/sarebbe stato utile al fine didattico e/o educativo.
Perché chi meglio delle famiglie dei bambini/ragazzi nello spettro o chi meglio di persone nello spettro possono dare indicazioni importanti ai docenti?
Troppo spesso i docenti si affidano solo agli esperti, e dimenticano che i maggiori esperti sono e restano le famiglie, che vivono i loro bambini/ragazzi tutto il giorno, tutti i giorni, e troppo spesso questi esperti o questi docenti tendono a dire alle famiglie solo ciò che dovrebbero fare, e si dimenticano di ascoltare. Si dimenticano di ascoltare.
Quindi, ho pensato di avviare questa discussione, come una specie di manuale delle istruzioni in ambito didattico ed educativo per i docenti, in modo che non si affidino più solo "agli esperti" ma che possano trovare molto materiale diretto, e possano chiedere, e possano effettuare induzioni. Sono consapevole che ogni persona è completamente differente da ogni altra, e che i piani educativi e didattici devono essere assolutamente personalizzati, MA io avrei così tanto desiderato, da piccolo, che qualcuno avesse detto ai miei docenti come funzionavo. Avrei imparato molto di più, io penso.
Grazie a chi vorrà lasciare il proprio contributo. Simone
[per una consultazione agevole, io penso sarebbe utile dividere i concetti in piccoli paragrafi con un titoletto, MA ognuno si senta libero, è ovvio, ciò. Grazie a tutti voi]
Tutto ciò IO penso (e scrivo).
Post edited by Andato_Sim on
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Commenti
potrebbe venir fuori un "ambiente tipo wiki" con tanto di support-center magari gestito da persone che si occupano di educazione.
scusate ma ultimamente penso sempre a aspetti imprenditoriali.
È la motivazione a creare il successo, non il contrario.
I bambini devono sentirsi sempre bravi, questo lì motiverà a fare sempre meglio.
Comunque grazie @simone.
Alla fin fine, amici, ecco la verità: è tutta una supercazzola
Istruire delle giovani vite é quel che garantisce l'evoluzione culturale ed emotiva del genere umano.
NON FATELO SE IL VOSTRO SCOPO É
SOLAMENTE INSEGNARE LE TABELLINE O ANCOR PEGGIO RICEVERE UNO STIPENDIO A FINE MESE.
La parola "SVEGLIA" me l'hanno ripetuta talmente tante volte che ancora adesso a sentirla mi risveglia istinti "inquietanti"
Nel nostro caso specifico, avendo un bambino asperger con un QI molto alto e non particolarmente problematico a scuola (diverso invece a casa e fuori), non avrei bisogno di particolari indicazioni da dare alle insegnanti. Però vorrei che non negassero la diagnosi, di modo che il loro occhio sia aperto all'osservazione. Vorrei che fossero i miei occhi quando non ci sono, che mi riportassero eventuali episodi particolari.
Questo non succede, purtroppo.
Forse non sono l'unica in questa situazione, si potrebbe aggiungere qualche frase da dire per aiutare le insegnanti che non accettano la diagnosi. Situazione assurda eh...lo so!!
Se penso alla mia storia scolastica:
NON ABBIATE PAURA DI QUEL BAMBINO/A CHE SORRIDE POCO E SEMBRA ASCOLTARE TUTTO
Se nel gruppo della classe vi accorgete che c'è un bambino o una bambina che vi osserva come foste uno strano esperimento, che ascolta ogni singola parola che dite, che in genere tace, ma quando parla è in grado di dire cose che vi possono spiazzare, che non riesce a scrivere pensierini su quanto è buona e dolce la mamma, ma che conosce i nomi delle stelle e sa spiegare perfettamente che cos'è una supernova, non abbiatene paura. Superate la normale avversione per ciò che è strano e cercate solo di trovare l'amo giusto, il particolare che vi potrà portare più vicino a lui/lei.
SE UN ALUNNO FA QUALCOSA CHE VI SEMBRE IMPOSSIBILE, VERIFICATE PRIMA DI DECIDERE CHE HA COPIATO
Se un alunno in un compito in classe o a casa salta dei passaggi scritti nei calcoli matematici, o scrive qualcosa di estremamente complesso, aspettate a decidere che ha copiato. Prima verificate se è capace effettivamente di farlo, magari sotto il vostro controllo diretto.
ATTENZIONE A NON DIVENTARE PERSECUTORI DEI VOSTRI ALUNNI
Se un ragazzo o una ragazza non riesce a rispondere alle vostre domande, si ammutolisce e vi guarda con occhi sbarrati, aspettate a decidere e dichiarare davanti a tutta la classe che non ha studiato o che è scemo (che non ci arriva o molte altre varianti). Pensate e valutate prima se nel vostro modo di rapportarvi con lui/lei non ci sia qualcosa che lo blocca.
In generale, però, pensando alla mia esperienza di supporto di ragazzi con varie tipologie di difficoltà d'apprendimento direi:
NON ABBIATE PRECONCETTI
Guardate e osservate i ragazzi o bambini che avete di fronte sempre con occhi nuovi, nulla può mai essere dato per scontato. Comunque essi siano, dovete essere in grado di vederli veramente, non solo per i loro limiti, ma anche per le possibilità che nascondono. Pensateli come organismi in costante mutamento, capaci di cambiare in negativo o in positivo a seconda di ogni singolo evento che incontreranno nella loro vita.
Evitate a tutti i costi il senso d'impotenza e cercate ogni giorno una nuova strategia per riuscire a comunicare con loro e ad insegnare ciò che si può e si vuole trasmettere. La perseveranza è la più grande dote, ma funziona solo se si mettono da parte i preconcetti e ciò che siete abituati ad aspettarvi da loro. Quando questo accade, allora arrivano i risultati inaspettati e i grandi cambiamenti.
Questo è quello che mi è venuto in mente per ora, ma sono sicura che aggiungerò qualche altra voce (soprattutto in merito al rapporto tra classe e singolo).
Mi ha procurato tristezza ma anche tanta consapevolezza. Non sbaglierò Mai più così con lui.
@damy, sicuramente bisogna evitare l'elettroshock ma, nel caso di mio figlio, è necessario riportarlo continuamente alla realtà mentre svolge i compiti altrimenti la sua mente si perde da qualche parte, senza essere troppo bruschi ma è necessario richiamare la sua attenzione, io lo chiamo per nome, gli indico qualcosa sul quaderno, leggo ad alta voce. Se necessario facciamo un break, l'importante è dare obbiettivi precisi e definiti, ad esempio: devi leggere 2 volte, dobbiamo scrivere 4 frasi, etc.
Se penso agli insegnanti, mi viene da piangere, purtroppo non hanno preparazione specifica, le insegnanti di sostegno non sono adatte, sono frustrate, demotivate e superficiali. Parlo in generale, ci sono sicuramente casi specifici che mi smentiscono ma la legge dei grandi numeri è dalla mia parte.
Io mi accontenteriei di non sentire più frasi del tipo:
'Suo figlio si distrae troppo spesso, non ti ascolta !'
Se gli insegnanti avessero una preparazione specifica in quella che è ormai la prima causa di disabilità infantile, la situazione sarebbe molto milgiore nelle scuole italiane.
Per me almeno è molto difficile gestire i complimenti che non riguardano direttamente quello di cui si sta parlando. Mi sembrano molto insensati e non so mai cosa rispondere. Invece un complimento che entra nel merito del lavoro svolto lo apprezzo e soprattutto posso anche accettarlo (anche se spesso tendo ad evidenziare quello che per me ancora non va bene, cosa che in genere viene presa per falsa modestia invece che obiettiva considerazione di quello che ho fatto). Da che ho memoria ho sempre fatto così, anche quando ero bambina.
Ovviamente concordo sull'evitare tutte le esagerazioni ed eventuali gridolini correlati.
Continuate..
APRITE GLI OCCHI