Quando scruti in profondità l'abisso, l'abisso scruterà te H.P. Lovecraft Coloro che cercano la felicità negli altri saranno sempre ignoranti nel trovare la felicità in sé stessi. Io
Se non sei con noi, non esiti. Questa frase è stata illuminante oggi. Non è una bella frase. È una frase orribile. Eppure oggi è stata illuminante. Ha tradotto l'aut-aut della mia infanzia.
"Se mi faccio comprare, non sarò più libera, e non potrò più studiare: è così che funziona una mente libera”. (Ipazia, in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)
Come disse Steve Jobs nel suo famoso e illuminante discorso : “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.
"Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così".
“Sai, Harold, secondo me gran parte delle brutture di questo mondo viene dal fatto che della gente che è diversa permette che altra gente la consideri uguale. dal film "Harold e Maude"
"Prima o poi, per caso, lo incontreró. Allora vi dedicherò tutto me stesso, non risparmierò nulla, perché, finché mi sarà concesso, quella soltanto sarà la più grande e sacra opera di tutta la mia vita."
"Un giardino ha bisogno di cure continue, in ogni stagione. Vedi quel giardino? Ecco, ricordo che i proprietari inizialmente se ne occupavano con grande cura e devozione, poi, piano piano, presi da altre faccende più importanti, hanno iniziato a tardare nel fare le potature, poi hanno iniziato a mancare gli appuntamenti con le innaffiature... e ora, vedi, quella terra è ricoperta di sterpaglie. Ho visto i proprietari l'altro giorno, erano venuti per rilassarsi all'ombra degli alberi del loro giardino e si sono resi conto, stupefatti, che non c'era nulla. Ecco, vedi, se tieni davvero a qualcosa devi continuare a prendertene cura, in ogni stagione, altrimenti, prima o poi, ti ritroverai con qualcosa di morto, con un pugno di sterpaglie in mano."
"I must not fear, fear is the mind killer, fear is the little death that brings total obliteration. I will face my fear, I will permit it to pass through me and over me. And when it has gone past I will turn the inner eye to see its path: where the fear has gone there will be nothing, only I will remain"
"I must not fear, fear is the mind killer, fear is the little death that brings total obliteration. I will face my fear, I will permit it to pass through me and over me. And when it has gone past I will turn the inner eye to see its path: where the fear has gone there will be nothing, only I will remain"
E Litania contro la paura, molto bella, sono un fan di Dune.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale
«Un giorno, al Tour, gli avevo chiesto: «Perché vai così forte in salita?». E lui ci aveva pensato un attimo e aveva risposto, questo non riesco a dimenticarlo: «Per abbreviare la mia agonia».»
"I must not fear, fear is the mind killer, fear is the little death that brings total obliteration. I will face my fear, I will permit it to pass through me and over me. And when it has gone past I will turn the inner eye to see its path: where the fear has gone there will be nothing, only I will remain"
E Litania contro la paura, molto bella, sono un fan di Dune.
Uno dei miei libri (o dovrei dire serie di libri) preferiti!
“Che tu creda in te stesso quando cento persone non ci credono è molto più importante del fatto che cento persone credano in te quanto tu non ci credi.”
"Se volessi definire gli esseri umani con una frase, direi: gli uomini sono quegli animali che credono alle storie che raccontano su se stessi. In altri termini, gli esseri umani sono animali creduloni. [...] Il lupo è, naturalmente anche se ingiustamente, il tradizionale emblema della faccia oscura dell'umanità. Il che è paradossale sotto molti punti di vista, non ultimo quello etimologico. In greco lupo si dice lycos, una parola così simile all'aggettivo leukos, 《bianco》, 《splendente》 ... che i due termini sono stati spesso associati. [...] Pensate al lupo come a una radura nella foresta. Nelle viscere della foresta ci può essere troppo buio per riuscire a vedere gli alberi, mentre la radura è il luogo che consente a ciò che era nascosto di essere svelato. Il lupo, come cercherò di dimostrare, è la radura nell'anima umana. Il lupo svela ciò che rimane nascosto nelle storie che raccontiamo su noi stessi, ovvero ciò che quello storie dimostrano ma non dicono. [...] Noi siamo nell'ombra del lupo. Una cosa può gettare ombra in due modi: ostacolando la luce o essendo la fonte di luce che altre cose ostacolano. Ci sono le ombre proiettate da un uomo e quelle create da un fuoco. Con l'espressione 《ombra del lupo》 intendo non l'ombra proiettata dal lupo stesso, ma quella che noi creiamo ostacolando la sua luce. E guardarci di nuovo a partire da questa ombra è proprio quello che non vogliamo conoscere di noi stessi. [...] Cercherò di dimostrare che ciascuno di noi ha l'anima di una scimmia. [...] Nell'accezione in cui uso tale termine, l'anima dagli esseri umani si rivela nelle storie che raccontano su se stessi: storie sul perché sono unici; storie che noi uomini possiamo davvero indurci a credere, a dispetto di tutte le prove contrarie. Ciò che ho intenzione di dimostrare è che si tratta di storie raccontate da scimmie: storie in cui struttura, tema e contenuto sono palesemente scimmieschi.
In questo contesto uso la scimmia come metafora di una tendenza che esiste, in misura maggiore o minore, in ognuno di noi. In tal senso, alcuni esseri umani sono più scimmie di altri. Anzi, alcune scimmie sono più scimmie di altre. La scimmia è la tendenza a comprendere il mondo in termini strumentali: il valore di ogni cosa è in funzione di ciò che quella cosa può fare per la scimmia. La scimmia è la tendenza a vedere la vita come un processo di valutazione delle possibilità e di calcolo delle probabilità, per poi sfruttare i risultati di quei calcoli a proprio favore. È la tendenza a vedere il mondo come una serie di risorse, di cose da usare per i propri scopi. La scimmia applica questo principio tanto alle altre scimmie quando -se non di più- al testo del mondo naturale. La scimmia è la tendenza ad avere non amici, ma alleati. La scimmia non guarda i suoi simili, li tiene d'occhio. E intanto aspetta l'occasione giusta per ottenere qualche vantaggio. Vivere, per la scimmia, è attendere di colpire. La scimmia è la tendenza a basare i propri rapporti con gli altri su un unico principio, immutabile e inesorabile: che cosa puoi fare per me, e quanto mi costerà fartelo fare? Inevitabilmente, questa consapevolezza che anche le altre scimmie hanno la stessa natura avrà un effetto boomerang, permeando e infettando la visione che la scimmia ha di se stessa. E così essa pensa alla propria felicità come a qualcosa che può essere misurato, pesato, quantificato e calcolato. E pensa all'amore negli stessi termini. La scimmia è la tendenza a ridurre le cose più importanti della vita a una questione di analisi costi-benefici.
[...] Sospetto che la maggior parte di noi sia così più di quanto ci rendiamo conto o ci piaccia ammettere.
[...] L'evoluzione opera per accrescimento graduale. Nell'evoluzione non esiste una tabula rasa, una lavagna pulita: l'evoluzione lavora solo con ciò che esiste e non ritorna mai al tavolo da disegno. [....] le storie che ci raccontiamo... Credo però che si sviluppino in modo analogo: attraverso un accrescimento graduale, in cui i nuovi strati narrativi si sovrappongono a temi e strutture preesistenti. Non c'è una lavagna pulita per le storie che raccontiamo su noi stessi.
Cercherò di dimostrare che, se guardiamo con sufficiente attenzione e se sappiamo dove e come guardare, in ogni storia narrata dalle scimmie troveremo anche un lupo. E il lupo ci dice -è questa la sua funzione nella storia- che i valori della scimmia sono rozzi e inutili. Ci dice che ciò che conta nella vita non è mai una questione di calcolo. Ci ricorda che ciò che ha davvero valore non può essere quantificato o barattato. Ci rammenta che a volte dobbiamo fare ciò che è giusto, quali che siano le conseguenze.
Tutti noi, penso, siamo più scimmia che lupo. In molti di noi il lupo è stato quasi del tutto cancellato dalla narrazione delle nostre vite. Ma è a nostro pericolo che permettiamo al lupo di morire. Alla fine i complotti della scimmia non porteranno a nulla; l'intelligenza della scimmia ti tradirà e la sua fortuna si esaurirà. Sarà in quel momento che scoprirai ciò che è veramente importante nella vita. E non si tratterà di quello che ti hanno procurato i tuoi complotti, le tue capacità e la tua fortuna, ma di ciò che resta quando complotti, capacità e fortuna ti avranno abbandonato. Tu sei molte cose. ma il tu più importante non è quello che ordisce complotti: è quello che resta dopo che sono falliti. Il tu più importante non è quello che si compiace della sua astuzia: è quello che resta quando l'astuzia ti lascia per morto. Il tu più importante non è quello che cavalca la fortuna: è quello che resta quando la fortuna ti gira le spalle.Alla fine la scimmia ti deluderà sempre. La domanda più importante che puoi farti è: quando ciò accade, chi o che cosa resta?"
Perché le aveva parlato già tanto anche quando lei non c'era E in fondo chi era? Una maga nera, una dama austera E lui l'avrebbe ammonita per quegli occhi tristi e il candore Una fata vera, una baiadera, una naiade greca Che gli aveva piantato germogli di enigmi nel cuore
"Se volessi definire gli esseri umani con una frase, direi: gli uomini sono quegli animali che credono alle storie che raccontano su se stessi. In altri termini, gli esseri umani sono animali creduloni. [...] Il lupo è, naturalmente anche se ingiustamente, il tradizionale emblema della faccia oscura dell'umanità. Il che è paradossale sotto molti punti di vista, non ultimo quello etimologico. In greco lupo si dice lycos, una parola così simile all'aggettivo leukos, 《bianco》, 《splendente》 ... che i due termini sono stati spesso associati. [...] Pensate al lupo come a una radura nella foresta. Nelle viscere della foresta ci può essere troppo buio per riuscire a vedere gli alberi, mentre la radura è il luogo che consente a ciò che era nascosto di essere svelato. Il lupo, come cercherò di dimostrare, è la radura nell'anima umana. Il lupo svela ciò che rimane nascosto nelle storie che raccontiamo su noi stessi, ovvero ciò che quello storie dimostrano ma non dicono. [...] Noi siamo nell'ombra del lupo. Una cosa può gettare ombra in due modi: ostacolando la luce o essendo la fonte di luce che altre cose ostacolano. Ci sono le ombre proiettate da un uomo e quelle create da un fuoco. Con l'espressione 《ombra del lupo》 intendo non l'ombra proiettata dal lupo stesso, ma quella che noi creiamo ostacolando la sua luce. E guardarci di nuovo a partire da questa ombra è proprio quello che non vogliamo conoscere di noi stessi. [...] Cercherò di dimostrare che ciascuno di noi ha l'anima di una scimmia. [...] Nell'accezione in cui uso tale termine, l'anima dagli esseri umani si rivela nelle storie che raccontano su se stessi: storie sul perché sono unici; storie che noi uomini possiamo davvero indurci a credere, a dispetto di tutte le prove contrarie. Ciò che ho intenzione di dimostrare è che si tratta di storie raccontate da scimmie: storie in cui struttura, tema e contenuto sono palesemente scimmieschi.
In questo contesto uso la scimmia come metafora di una tendenza che esiste, in misura maggiore o minore, in ognuno di noi. In tal senso, alcuni esseri umani sono più scimmie di altri. Anzi, alcune scimmie sono più scimmie di altre. La scimmia è la tendenza a comprendere il mondo in termini strumentali: il valore di ogni cosa è in funzione di ciò che quella cosa può fare per la scimmia. La scimmia è la tendenza a vedere la vita come un processo di valutazione delle possibilità e di calcolo delle probabilità, per poi sfruttare i risultati di quei calcoli a proprio favore. È la tendenza a vedere il mondo come una serie di risorse, di cose da usare per i propri scopi. La scimmia applica questo principio tanto alle altre scimmie quando -se non di più- al testo del mondo naturale. La scimmia è la tendenza ad avere non amici, ma alleati. La scimmia non guarda i suoi simili, li tiene d'occhio. E intanto aspetta l'occasione giusta per ottenere qualche vantaggio. Vivere, per la scimmia, è attendere di colpire. La scimmia è la tendenza a basare i propri rapporti con gli altri su un unico principio, immutabile e inesorabile: che cosa puoi fare per me, e quanto mi costerà fartelo fare? Inevitabilmente, questa consapevolezza che anche le altre scimmie hanno la stessa natura avrà un effetto boomerang, permeando e infettando la visione che la scimmia ha di se stessa. E così essa pensa alla propria felicità come a qualcosa che può essere misurato, pesato, quantificato e calcolato. E pensa all'amore negli stessi termini. La scimmia è la tendenza a ridurre le cose più importanti della vita a una questione di analisi costi-benefici.
[...] Sospetto che la maggior parte di noi sia così più di quanto ci rendiamo conto o ci piaccia ammettere.
[...] L'evoluzione opera per accrescimento graduale. Nell'evoluzione non esiste una tabula rasa, una lavagna pulita: l'evoluzione lavora solo con ciò che esiste e non ritorna mai al tavolo da disegno. [....] le storie che ci raccontiamo... Credo però che si sviluppino in modo analogo: attraverso un accrescimento graduale, in cui i nuovi strati narrativi si sovrappongono a temi e strutture preesistenti. Non c'è una lavagna pulita per le storie che raccontiamo su noi stessi.
Cercherò di dimostrare che, se guardiamo con sufficiente attenzione e se sappiamo dove e come guardare, in ogni storia narrata dalle scimmie troveremo anche un lupo. E il lupo ci dice -è questa la sua funzione nella storia- che i valori della scimmia sono rozzi e inutili. Ci dice che ciò che conta nella vita non è mai una questione di calcolo. Ci ricorda che ciò che ha davvero valore non può essere quantificato o barattato. Ci rammenta che a volte dobbiamo fare ciò che è giusto, quali che siano le conseguenze.
Tutti noi, penso, siamo più scimmia che lupo. In molti di noi il lupo è stato quasi del tutto cancellato dalla narrazione delle nostre vite. Ma è a nostro pericolo che permettiamo al lupo di morire. Alla fine i complotti della scimmia non porteranno a nulla; l'intelligenza della scimmia ti tradirà e la sua fortuna si esaurirà. Sarà in quel momento che scoprirai ciò che è veramente importante nella vita. E non si tratterà di quello che ti hanno procurato i tuoi complotti, le tue capacità e la tua fortuna, ma di ciò che resta quando complotti, capacità e fortuna ti avranno abbandonato. Tu sei molte cose. ma il tu più importante non è quello che ordisce complotti: è quello che resta dopo che sono falliti. Il tu più importante non è quello che si compiace della sua astuzia: è quello che resta quando l'astuzia ti lascia per morto. Il tu più importante non è quello che cavalca la fortuna: è quello che resta quando la fortuna ti gira le spalle.Alla fine la scimmia ti deluderà sempre. La domanda più importante che puoi farti è: quando ciò accade, chi o che cosa resta?"
Da "Il lupo e il filosofo" M. Rowlands
gran libro che purtroppo lessi quando ero ancora troppo piccolo per poterlo comprendere profondamente.
Commenti
H.P. Lovecraft
Coloro che cercano la felicità negli altri saranno sempre ignoranti nel trovare la felicità in sé stessi.
Io
Il Cappellaio Matto
Questa frase è stata illuminante oggi.
Non è una bella frase. È una frase orribile. Eppure oggi è stata illuminante.
Ha tradotto l'aut-aut della mia infanzia.
George Bernard Shaw
è così che funziona una mente libera”.
(Ipazia, in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)
P.N.
:-?
perché in verità non s'era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa,
perché pur essendosi saputa sempre,
mai s'era potuta riconoscere così".
(Italo Calvino)
A. Maslow
dal film "Harold e Maude"
E Litania contro la paura, molto bella, sono un fan di Dune.
Relativamente a Marco Pantani
-Mark Fisher
- Charles Dickens
Vangelo secondo Matteo
E in fondo chi era? Una maga nera, una dama austera
E lui l'avrebbe ammonita per quegli occhi tristi e il candore
Una fata vera, una baiadera, una naiade greca
Che gli aveva piantato germogli di enigmi nel cuore
Murubutu.
Emanuel Carnevali