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Spettacolo teatrale Temple Grandin 2023 - Colleferro

Chi ha il QI certificato? Fatevi avanti!

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Commenti

  • pokepoke Post: 1,721
    AJDaisy ha detto:

    Premetto che con ottima probabilità non conosco di persona alcuna persona con iq>130 (o non ne sono consapevole, al limite sospetto di qualcuno) testato con alcun test, ufficiale, “semiufficiale” (se così vogliamo definire il preliminary mensa) e premetto che una persona può mostrare valore, grande valore intellettivo (nelle più svariate forme di intelligenza, dalla verbale, alla visivo-spaziale, alla cinestesica, ad un insieme di diverse di queste) a prescindere da ciò che emerge in un test, che probabilmente premia prevalentemente quella logico-matematica.
    Tuttavia per esperienza (e ripeto, parlo di range che nello specifico varia da 86 a 126), essendo stato di moda in azienda, in passato (colpa mia), il somministrare il test mensa (quello dove ho postato il risultato nelle prime pagine), moda che ho esportato anche tra le mie conoscenze extralavorative, non ha senso trascurare il dato che ne emerge, perché lo si voglia o no, è molto differente ragionare e discutere con mia moglie (126), piuttosto che con chi ha ottenuto valori <100.
    Piaccia o non piaccia, c’è chi è più alto e c’è chi è più basso, chi corre più veloce e chi meno, chi è più “Smart” e chi meno. E nella realtà quotidiana, nell’affrontare la risoluzione dei problemi, nelle capacità di analisi, nei processi di ragionamento, la differenza è evidente.
    Inutile mentire a riguardo.
    Ognuno poi può affermarsi a prescindere nel suo campo, ma quel campo non sarà mai quello dei processi di ragionamento, strettamente quelli logici, se proprio vogliamo. </p>

    Certo ma rimane che Feynman aveva un qi di 124 ed ha ottenuto risultati nella sua carriera scientifica maggiori di chi ha avuto qi superiori.


  • Feynman era noto per la sua creatività. Il wais non misura questo aspetto. Inoltre l'eccezione alla regola (per regola preso un campione di persone abbastanza grande) esiste. Leggendo la storia di Feynman si notano molti aspetti della sua incredibile intelligenza.

    https://www.psychologytoday.com/blog/finding-the-next-einstein/201112/polymath-physicist-richard-feynmans-low-iq-and-finding-another
      
  • AJDaisy ha detto:

    Premetto che con ottima probabilità non conosco di persona alcuna persona con iq>130 (o non ne sono consapevole, al limite sospetto di qualcuno) testato con alcun test, ufficiale, “semiufficiale” (se così vogliamo definire il preliminary mensa) e premetto che una persona può mostrare valore, grande valore intellettivo (nelle più svariate forme di intelligenza, dalla verbale, alla visivo-spaziale, alla cinestesica, ad un insieme di diverse di queste) a prescindere da ciò che emerge in un test, che probabilmente premia prevalentemente quella logico-matematica.
    Tuttavia per esperienza (e ripeto, parlo di range che nello specifico varia da 86 a 126), essendo stato di moda in azienda, in passato (colpa mia), il somministrare il test mensa (quello dove ho postato il risultato nelle prime pagine), moda che ho esportato anche tra le mie conoscenze extralavorative, non ha senso trascurare il dato che ne emerge, perché lo si voglia o no, è molto differente ragionare e discutere con mia moglie (126), piuttosto che con chi ha ottenuto valori <100.
    Piaccia o non piaccia, c’è chi è più alto e c’è chi è più basso, chi corre più veloce e chi meno, chi è più “Smart” e chi meno. E nella realtà quotidiana, nell’affrontare la risoluzione dei problemi, nelle capacità di analisi, nei processi di ragionamento, la differenza è evidente.
    Inutile mentire a riguardo.
    Ognuno poi può affermarsi a prescindere nel suo campo, ma quel campo non sarà mai quello dei processi di ragionamento, strettamente quelli logici, se proprio vogliamo.

    Hai centrato il punto. 

    Conosco una persona, B., certificata 132 e altre due persone, che conosco molto bene, molto molto brillanti ma lo manifestano in modo diverso rispetto quel ragazzo con 132. B ha una incredibile velocità di pensiero e di ragionamento, una buona memoria, molta curiosità. Gli altri due hanno una memoria eccezionale, una in particolare ha una parte verbale che spicca particolarmente mentre l'altro nella velocità di pensiero ed elaborazione. E' una cosa a pelle, poi non so quanto io possa averci preso. Però di B. l'ho scoperto in un secondo momento e su di lui avevo avuto quindi ragione. 
  • osurosur Post: 750
    Secondo me, l'aspetto più interessante del QI è legato alla reazione con il prossimo ed alla differenza del QI stesso tra pari. Si dice che l'asperger ha problemi sociali ed un QI nella media o superiore alla media. Ci possono schematicamente essere tre possibili evenienze.
    1. QI alto e relazioni con persone dal QI medio con le quali c'è molta differenza nel QI stesso
    2. QI alto e relazioni con persone con QI altrettanto elevato o con poca differenza
    3. QI normale e relazioni con persone dal QI altrettanto normale.
    Nel primo caso il QI elevato rappresenta un problema ulteriore alle difficoltà socio-comunicative, nel secondo (difficile statisticamente a verificarsi spesso nella quotidianità) i problemi non ci sono, perlomeno nel rapporto uno ad uno, il terzo è il caso ideale e quello più frequente.
    Nei primi due casi possono essere prodotte idee geniali, ma... a quale prezzo? Nel primo caso al prezzo di notevoli difficoltà nella vita quotidiana, nel secondo al prezzo di un isolamento di un gruppo (che può essere anche di sole due persone) dal contesto sociale.
  • AJDaisyAJDaisy Post: 11,278
    BlackCrow ha detto:

    Feynman era noto per la sua creatività. Il wais non misura questo aspetto. Inoltre l'eccezione alla regola (per regola preso un campione di persone abbastanza grande) esiste. Leggendo la storia di Feynman si notano molti aspetti della sua incredibile intelligenza.

    https://www.psychologytoday.com/blog/finding-the-next-einstein/201112/polymath-physicist-richard-feynmans-low-iq-and-finding-another

      
    Creatività e perseveranza sono delle carte di potenziamento non indifferenti.

    A volte non riesco nemmeno a capire dove si arriva con le capacità e dove è la perseveranza ad aiutare.

    Personalmente siccome non sono gifted, secondo me le “carte potenziamento” mi aiutano molto.
  • PavelyPavely Post: 3,350
    Mi sa che non riuscite a vedere un principio.

    Io ho un QI di 139 di cui ho messo la foto qui.



    La MASSIMA FUNZIONALITÀ dell'intelligenza si raggiunge PRIMA delle due deviazioni standard: 130.

    Dopo un 130 effettivo, l'intelligenza crea solo PROBLEMI.

    Più si va avanti è più c'è bisogno di SUPPORTO PSICOLOGICO.

    Dopo 130, l'intelligenza smette di funzionare e c'è bisogno non solo di persone che aiutino concretamente nella vita quotidiana: c'è bisogno di aiuto in quasi tutto.



    Le persone con un QI superiore a 130 funzionano solo se gli dai un progetto e gli sei accanto e spendi risorse sempre maggiori per farle "funzionare".

    Si "scassano" ogni 2 per 3.



    Chi ha un QI tra 115 e 130 RISOLVE TUTTI I PROBLEMI COME UN QI > 130.

    Ci impiega solo più TEMPO.



    La società umana funziona così: ALLOCA RISORSE AI QI TRA 115 E 130 perché È IL MODO MIGLIORE PER ESSERE PRODUTTIVI.

    Dai poco, ottieni risultati straordinari.

    L'unica cosa che devi fare è aspettare qualche mese in più.



    Ora chi è l'imbecille che da 1.000 ad un QI>130 per risolvere un problema in un mese quando dando 200 ad un QI tra 115 e 130 risolvi il problema in un anno?

    Lo puoi fare così... Per SFIZIO...

    Ma è un comportamento economicamente improduttivo.



    Riguardo la CREATIVITÀ.

    Essa è un dato dell'intelligenza.

    Nel senso chiunque ha un QI superiore a 130 è creativo ai massimi livelli.

    Vale lo stesso principio: FINO A 130 LE PERSONE CAMMINANO CON LE PROPRIE GAMBE... Dopo non si può farlo.

    Quindi: semplicemente, Feynman era solo una persona che FUNZIONAVA in modo.stupendo...



    Va da sé che lui era una splendida PERSONALITÀ.

    ,※

    Gli esseri umani sono INTELLIGENZA, PERSONALITÀ, COGNIZIONE E ESPERIENZA.

    Gli ultimi tre fattori sono essenziali.

    È descrivono la bellezza della persona di Feynman .

    Non la creatività.

    La straordinaria personalità e esperienza che aveva.
  • Jin_Nemo_OudeisJin_Nemo_Oudeis Post: 566
    modificato febbraio 2018
    @AJDaisy come disse @BlackCrow, conta piu' la perseveranza. Secondo me il potenziale non gioca quasi nessun ruolo nell'insieme di caratteristiche di una persona. Una persona "nella media" investe davvero poche energie per realizzarsi, e ottimizza davvero male tempo, risorse e condizione psicofisica. 

    Fintanto che una persona nella media vive sfruttando corpo al 20%, mente al 20%, e focus al 10% delle proprie possiblita', come conseguenza delle proprie cattive abitudini e convizioni errate, non ha senso di parlare di "IQ". Sicuramente vi sara' capitato nell'arco della vostra vita di incontrare persone, al lavoro, a scuola o talvolta in ambito sociale, che vivono a ritmi che sono effettivamente incredibili.
    Tutto appare sempre un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.
    -Siddharta
  • PavelyPavely Post: 3,350
    modificato febbraio 2018
    @Jin_Nemo_Oudeis ho incontrato queste persone e ho incontrato persone con un QI enorme.

    Non si tratta di perseveranza, capacità personali, coraggio, costanza, volontà...



    Se hai un QI superiore a 130 REALMENTE smetti di funzionare, socializzare, agire e se non sei aiutato - spesso anche con una didattica adeguata e con possibilità date - non produci.



    Chi va a mille con pochissimo e fa 100 cose... Non puoi sbagliare.

    Ha un QI dii 129.

    Spaccato al CENTESIMO
  • iieiie Post: 697
    modificato febbraio 2018
    Una domanda per chi ha il QI "certificato".

    Partendo dall'assunto che i test online siano poco più che dei "giochini" (divertenti ma totalmente inattendibili) e che quindi, pur avendone provati alcuni, non ho la minima idea di quale possa essere il mio QI [e non sono - non posso essere - nemmeno in grado di farne una "stima approssimativa" (cosa che comunque, anche se fosse - e non lo è - possibile, avrebbe davvero poco senso fare)], ritenete che sia - il Quoziente Intellettivo - un'informazione utile da conoscere all'interno del percorso di Conoscenza di sé stessi di cui una delle tappe è stata l'iscrizione a questo forum?

    O si tratta, invece, di un dato poco rilevante?

    Cosa avete capito in più su voi stessi grazie alla conoscenza del vostro QI?

    (Sto cercando di capire se possa essere utile, per me, "indagare" anche in questa direzione.)

    (Ho deciso di postare qui perché mi sembrava la discussione giusta per farlo, anche se la cosa mi crea un certo "disturbo" perché siamo nella categoria "2E" e io non mi sento affatto "eccezionale" - figuriamoci "due volte"...)
    Post edited by iie on
  • @Pavely cio' che dici e' vero. Per questo motivo ho specificato che non ha senso parlare di IQ. Il quoziente intellettivo non esiste. E anche se esistesse, non misura l'intelligenza. 

    Io ho vari aspetti disfunzionali con cui ho imparato a convivere, e col tempo a tenerli sotto controllo perche' non mi ostacolassero nella vita. Per esempio, ho smesso di astrarre troppo, perche' altrimenti mi risulta impossibile fare alcune cose, per esempio leggere. Immagina di leggere una frase, e disporre i suoi possibili toni di lettura sull'asse X e Y, e chiavi di lettura diverse sull'asse Z. Se fai cio', leggi una frase, ma non riesci a capire cio' che la frase vuole dire, perche' vuole dire troppe cose.
    Tutto appare sempre un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.
    -Siddharta
  • PavelyPavely Post: 3,350
    modificato febbraio 2018
    iie ha detto:

    [...]... ritenete che sia - il Quoziente Intellettivo - un'informazione utile da conoscere all'interno del percorso di Conoscenza di sé stessi di cui una delle tappe è stata l'iscrizione a questo forum?

    O si tratta, invece, di un dato poco rilevante?

    Cosa avete capito in più su voi stessi grazie alla conoscenza del vostro QI? [...]

    Premessa: ho un QI certificato.

    1) Si, io, Paolo, ritengo che conoscere il proprio QI - la propria velocità e qualità di apprendimento - sia un'informazione utile all'interno del percorso di conoscenza [esperienza] di sé stessi.
    2) Non si tratta di un dato poco rilevante. Esso va contestualizzato: ogni essere umano è - essenzialmente - intelligenza, personalità, cognizione ed esperienza. Quindi, sapere tutto il possibile sul QI che abbiamo, significa conoscere quasi 1/4 della nostra stessa identità. Ma non è tutto: personalità, cognizione ed esperienza sono parimenti importanti e dati imprescindibili per capire sé stessi, @iie .
    3) Ciò che ho capito indagando il mio QI è stato comprendere come esso mi abbia dato sostanzialmente un HANDICAP.

    §

    Spiegazione punto 3).

    Per comprendere se una persona ha - effettivamente - un QI alto occorre guardare ai SOLI DATI STORICI, eventi della vita descritti nel modo più imparziale possibile contraddistinti dal valore della significatività.

    Nella mia vita è accaduto 3 volte che persone mi siano state accanto riuscendo a "compensare" il mio autismo e la mia disabilità: la mia professoressa di Diritto mi ha aiutato tre mesi prima della maturità: ho preso 60/60; D. mi è stata accanto e - dopo 15 anni che non studiavo realmente - in un anno mi sono laureato; A. mi è stato accanto e ho proposto una serie di emendamenti alla legge sul "Dopo di noi" che sono stati TUTTI posti in votazione e in cui una proposizione è andata a costituire il 1° articolo (dunque: ho realmente scritto una Legge della Repubblica al primo colpo).

    Un "affiancamento" di pochi mesi, un sostegno morale, mi ha permesso di ottenere risultati concreti.

    Del resto della mia vita, credo, di SIGNIFICATIVO c'è solo il mio AMORE per D.

    L'amore per i miei famigliari non ha prodotto eventi significativi OGGETTIVAMENTE.

    (Anche se esso è stato la parte più importante della mia VITA).

    Oggi voglio bene a C. e ai miei famigliari.

    §

    Se avessi avuto un QI inferiore a 130 sarei stato autonomo.

    §

    Capirlo, mi ha aiutato ad accettare la mia vita.

    E' una cognizione profonda.

    Che dà pace al cuore.

    §

    Oggi, so di essere 2H: due volte Handicappato.

    Handicappato per via dell'Autismo, handicappato per via dell'intelligenza.

    Ma lo accetto.

    Oggi: la mia mente conosce la mia Invalidità e la mia Disabilizzazione.

    So che la ragione è - sostanzialmente - mia.

    Ma NON NE HO COLPA.

    E' il mio CORPO.

    §

    Paolo è altro.

    E la pace che dà questa auto-consapevolezza è straordinaria.

    §

    Dopo aver indagato il mio QI e capito di essere 2H - due volte handicappato - ho preso una decisione (e io le mie decisioni le perseguo sempre sino alla fine senza alcun dubbio, senza dubitare MAI): entro il 2030 - prima dei miei 55 anni - mi trasferirò davanti al mare.

    Voglio solo una casa, una vista sul lido.

    Una casa semplice, pochissime cose.

    E morire sereno quando avrò 80 anni.

    Non voglio lasciare testimonianze o altro.

    Solo amare D. per sempre.

    Uscire qualche volta sulla spiaggia, in Febbraio, con un bel Cane che mi adotterà come Padre.

    Una casa Shabby, etnica.

    Tanti libri.

    Non rompere le palle a nessuno.

    Fare giardinaggio.

    E tanti viaggi.

    §

    Aver indagato chi sono mi ha aiutato a capire cosa voglio.

    Ma mi ha aiutato molto a PROVARE PACE.

    Ora so di essere un disabile, so PERCHE' lo sono, so come va il mondo. sono sereno.

    Tutto ha un senso, ogni cosa è illuminata, tutto è nelle sue caselle.

    Tutto trova il suo posto.

    §

    Ho capito di aver smesso di cercare.

    Ed è stato meravigliosamente liberatorio...

    Ho capito cos'è che desideravo da sempre.

    Una vita semplice.

    Ed è bellissimo.

    §

    Toglietemi il mare, muoio.

    Ma se ho il Mare e la Donna che amo...

    Ecco: ho tutto.

    §

    Prima di conoscere il mio QI cercavo qualcosa.

    A parte il Mare e l'Amore, niente ha più importanza.

    Più penso ai miei studi sul QI più mi pervade una stupenda Buddhità...

    Un vuoto luminoso e fantastico...

    E una grande serenità.

    §

    Non cerco altro perché so di non poter ottenere altro se non chiedendo l'Aiuto delle persone.

    Ma poi: sostanzialmente, io sono ciò che posso fare DA SOLO.

    §

    Aiutare l'Umanità no...

    Non mi interessa.

    §

    Non per egoismo.

    Per l'assoluta certezza della CORRETTA ALLOCAZIONE DELLE RISORSE.

    E' STUPIDO spendere tempo e risorse per aiutare persone con un QI superiore a 130 per ottenere risultati prima.

    MI FIDO delle persone come Feynman e di tutti coloro che hanno un QI tra 115 e 130.

    §

    In loro c'è un EQUILIBRIO FANTASTICO tra tutte le componenti della vita.

    Gli basta POCHISSIMO, vanno a 1000, ottengono risultati straordinari.

    §

    Dunque: una serenità IMMENSA.

    Uno scopo.

    La felicità futura.

    §

    La vedo.

    La voglio.

  • @Pavely come hai vissuto i tuoi primi 20 anni? Cosa provavi? Quali erano le tue "sfide" che dovevi affrontare? 
  • PavelyPavely Post: 3,350
    BlackCrow ha detto:

    @Pavely come hai vissuto i tuoi primi 20 anni? Cosa provavi? Quali erano le tue "sfide" che dovevi affrontare? 

    (Non saprei risponderti...)


  • Sono riuscito finalmente a ottenere un QI certificato, pari a 134. Test fatto presso una casa di cura a Roma specializzata in psicologia
  • tasso_curioso_ ha detto:

    Sono riuscito finalmente a ottenere un QI certificato, pari a 134. Test fatto presso una casa di cura a Roma specializzata in psicologia

    In quali sub-test hai ottenuto punteggi migliori ed in quali peggiori? Cosa ti ha spinto a fare il test?
  • PavelyPavely Post: 3,350
    tasso_curioso_ ha detto:

    Sono riuscito finalmente a ottenere un QI certificato, pari a 134. Test fatto presso una casa di cura a Roma specializzata in psicologia

    È un valore molto alto, @tasso_curioso_ , complimenti.

    (Ma si sentiva, nell'aria, che fosse tale)

  • PassaPassa Post: 46
    WAIS-III

    VIQ: 138
    • Verbal Comprehension Index (VCI): 145
    1. Vocabulary: 17
    2. Similarities: 17
    3. Information: 18
    4. Comprehension: 16
    • Working Memory Index (WMI): 121
    1. Arithmetic: 15
    2. Digit Span: 13
    3. Letter-Number Sequencing: 13
    PIQ: 111
    • Perceptual Organization Index (POI): 130
    1. Picture Completion: 13
    2. Block Design: 15
    3. Matrix Reasoning: 16
    • Processing Speed Index (PSI): 86
    1. Digit Symbol-Coding: 6
    2. Symbol Search: 9

    Il FSIQ sarebbe 128 ma, data la significativa discrepanza VIQ-PIQ (dovuta essenzialmente al PSI notevolmente basso) è più opportuno utilizzare il GAI (General Ability Index), nel mio caso. GAI: 144. 

    Gli effetti di un basso PSI si fanno sentire parecchio. In generale non funziono bene nei test a tempo, i quali mi provocano un'ansia quasi paralizzante. Se aggiungiamo il contributo di una attenzione decisamente scarsa (talmente scarsa che spesso mi capita di non capire quasi nulla di quello che si è detto a lezione o in un dialogo) e quello di una motivazione tutto sommato scarsa (dovuta probabilmente alla mia acuta depressione), potremmo dire che sono un "genio ritardato" (?), flemmatico, un po' in contrasto col dinamismo spesso associato allo stereotipo del plusdotato. 
    Forse dovrei considerare l'idea di assumere farmaci per l'attenzione (è molto probabile che io soffra di ADD).
  • Marco75Marco75 Post: 2,111
    @Passa, giusto per curiosità, le sigle VIQ e PIQ per cosa stanno? Forse misurano rispettivamente la parte verbale e quella visuo-spaziale?
    "There are those that break and bend. I'm the other kind"

    Cinema, teatro, visioni
  • MarkovMarkov Post: 10,947
    Praticamente hai descritto lo stesso problema che mi tiro dietro da 18 anni di studi... particolarmente esacerbato negli ultimi 5 anni dato che all'università si è costretti a portare rispetto per i meccanismi didattici. Grazie al cielo proprio di recente ne sono uscito per sempre con esito positivo, dato che non dovrò più sostenere prove a tempo nella vita se non in via molto sporadica. Tieni duro per altri 2 anni e potrai festeggiare pure tu :)
  • MarkovMarkov Post: 10,947
    Siccome ho ambizioni non del tutto modeste, due anni fa scrissi una mail ad un professore (che mi vide per molto tempo dato che gli ho seguito due corsi) chiedendogli se la mancanza di attenzione in aula, distrazione e lentezza generale fossero indice di mancanza di predisposizione agli studi avanzati o se si potesse compensare col tempo.

    Lui mi ha risposto: "A  volte  non serve  compensare.  Non   bisogna essere tuttologhi.   Fai  quello che ti piace (  che  a volte  non  coincide con cio' che  ti resta piu' comprensibile!)"
  • PassaPassa Post: 46
    Marco75 ha detto:

    @Passa, giusto per curiosità, le sigle VIQ e PIQ per cosa stanno? Forse misurano rispettivamente la parte verbale e quella visuo-spaziale?

    Esatto.
    Marcof ha detto:

    Praticamente hai descritto lo stesso problema che mi tiro dietro da 18 anni di studi... particolarmente esacerbato negli ultimi 5 anni dato che all'università si è costretti a portare rispetto per i meccanismi didattici. Grazie al cielo proprio di recente ne sono uscito per sempre con esito positivo, dato che non dovrò più sostenere prove a tempo nella vita se non in via molto sporadica. Tieni duro per altri 2 anni e potrai festeggiare pure tu :)

    Il problema è che dopo la triennale (in Matematica) mi ero già proposto di fare magistrale e dottorato, per poi dedicarmi finalmente alla branca della matematica (teoria delle categorie) che più di tutte cattura il mio interesse ma che, purtroppo, in Italia è affrontata poco o nulla ai corsi triennali/magistrali.
  • MarkovMarkov Post: 10,947
    Anch'io ho iniziato l'università con quel proposito (tra qualche giorno saprò pure se mi daranno una borsa per il PhD nell'UK o se dovrò fare altri tentativi).
    Ma, appunto, il problema della performance tende ad esaurirsi quando si esaurisce la richiesta di performance.
    Sicuramente alla magistrale vedrai tanti che seguendo a pennello le lezioni riescono ad ottenere il massimo con poco sforzo. Vedrai quelli che hanno la risposta pronta a qualsiasi domanda e sanno improvvisare a braccio esposizioni limpidissime. Vedrai quelli che preparano tutto in comunella con un contributo individuale praticamente nullo e ottenendo il massimo ciascuno. E sarà un po' frustrante.... ma se fin'ora sei riuscito a non annegare vuol dire che puoi resistere fino all'ultimo esame e poi non ti servirà più la performance.

    Io ho visto come cambiano le carte in tavola, basta anche dover risolvere esercizi (più difficili) a casa anziché quelli rapidi sotto esame per recuperare tutto lo svantaggio.
  • Yokai22Yokai22 Post: 133
    modificato febbraio 2018
    Pavely ha detto:

    iie ha detto:

    [...]... ritenete che sia - il Quoziente Intellettivo - un'informazione utile da conoscere all'interno del percorso di Conoscenza di sé stessi di cui una delle tappe è stata l'iscrizione a questo forum?

    O si tratta, invece, di un dato poco rilevante?

    Cosa avete capito in più su voi stessi grazie alla conoscenza del vostro QI? [...]

    Premessa: ho un QI certificato.

    1) Si, io, Paolo, ritengo che conoscere il proprio QI - la propria velocità e qualità di apprendimento - sia un'informazione utile all'interno del percorso di conoscenza [esperienza] di sé stessi.
    2) Non si tratta di un dato poco rilevante. Esso va contestualizzato: ogni essere umano è - essenzialmente - intelligenza, personalità, cognizione ed esperienza. Quindi, sapere tutto il possibile sul QI che abbiamo, significa conoscere quasi 1/4 della nostra stessa identità. Ma non è tutto: personalità, cognizione ed esperienza sono parimenti importanti e dati imprescindibili per capire sé stessi, @iie .
    3) Ciò che ho capito indagando il mio QI è stato comprendere come esso mi abbia dato sostanzialmente un HANDICAP.

    §

    Spiegazione punto 3).

    Per comprendere se una persona ha - effettivamente - un QI alto occorre guardare ai SOLI DATI STORICI, eventi della vita descritti nel modo più imparziale possibile contraddistinti dal valore della significatività.

    Nella mia vita è accaduto 3 volte che persone mi siano state accanto riuscendo a "compensare" il mio autismo e la mia disabilità: la mia professoressa di Diritto mi ha aiutato tre mesi prima della maturità: ho preso 60/60; D. mi è stata accanto e - dopo 15 anni che non studiavo realmente - in un anno mi sono laureato; A. mi è stato accanto e ho proposto una serie di emendamenti alla legge sul "Dopo di noi" che sono stati TUTTI posti in votazione e in cui una proposizione è andata a costituire il 1° articolo (dunque: ho realmente scritto una Legge della Repubblica al primo colpo).

    Un "affiancamento" di pochi mesi, un sostegno morale, mi ha permesso di ottenere risultati concreti.

    Del resto della mia vita, credo, di SIGNIFICATIVO c'è solo il mio AMORE per D.

    L'amore per i miei famigliari non ha prodotto eventi significativi OGGETTIVAMENTE.

    (Anche se esso è stato la parte più importante della mia VITA).

    Oggi voglio bene a C. e ai miei famigliari.

    §

    Se avessi avuto un QI inferiore a 130 sarei stato autonomo.

    §

    Capirlo, mi ha aiutato ad accettare la mia vita.

    E' una cognizione profonda.

    Che dà pace al cuore.


    Io l'ho fatto anni fa e mi era uscito 132, il mio ex asperger era uscito 140 e qualcosa, entrambi non siamo geni in matematica ma abbiamo buone capacità logiche. Ricordo che alle superiori avevo fatto i test per le olimpiadi di matematica ed ero arrivata 5 su tutta la scuola solo escludendo le risposte che non mi sembravano attinenti alla questione. Alle regionali non mi sono nemmeno presentata dalla paura. 

    Ma sono d’accordissimo sul post precedente di @Pavely, io ho bisogno di continui stimoli o mi blocco, se sto ferma nella mia camera mi deprimo e “mi sento vuota” o dormo tutto il giorno, devo accedere il pc , andare in giro, fare cose, andare a eventi etc.. o il mio cervello si spegne. Forse anche perché sono stata molto demotivata da piccola. 

    Però almeno non ho bisogno di essere spronata o di troppe persone accanto, diciamo che riesco ancora a camminare sulle mie gambe. 
  • Prima @Pavely ed ora @Yokai22 , vi devo ringraziare. 

    Per me è un piacere avervi letto. Inizialmente, a causa di una letta piuttosto veloce e superficiale, non avevo compreso pienamente il discorso di Pavely. Dopo aver letto Yokai22 e quindi, sicché quotato, anche Pavely, sono riuscito a capire cosa intendesse dire (motivo per il quale ti avevo fatto quella domanda).

    Quando si parla di raccontare oggettivamente dati storici mi vengono in mente degli esempi eclatanti. 

    Ne cito uno: accadde quando fui rimandato in informatica (essendomi trasferito quasi alla fine dell'anno scolastico, avevo saltato una parte piuttosto importante riguardante un linguaggio di programmazione). Contattai un professore di informatica che lavorava anche come programmatore. Era una persona squisita. Una di quelle alla mano che sanno farsi ascoltare e ascoltare. Mi disse fin da subito che era solito spiegare piuttosto velocemente e che a causa di ciò molti ragazzi gli avevano chiesto di rallentare o di rispiegare. Per questo se avessi avuto delle difficoltà gliele avrei dovute riferire. Con lui ho avuto due sole lezioni (non ricordo di preciso, erano meno di 2h e forse poco più di 1h). Due lezioni furono sufficienti per imparare metà anno del programma scolastico di informatica. Ero felice per essermi tolto un peso e allo stesso tempo piacevolmente soddisfatto. Ero contento di aver potuto imparare qualcosa di nuovo in quel modo così stimolante e soddisfacente. Non mi sentivo in gabbia. Avevo una domanda? Rispondeva. Volevo capire affondo una cosa? La spiegava. Mi metteva alla prova? Ottimo. Se sbagliavo, quelle poche volte, erano dei momenti utili per apprendere e per approfondire. Lui invece era rimasto sorpreso da me. Andò da mio padre per parlarci ma fu interrotto quando gli chiese se io avessi appreso qualcosa e se fossi un minimo capace nell'informatica. Così prese la palla al balzo e gli disse: "Poco capace? Tuo figlio non ha un cervello, ne ha uno e mezzo. Ha già imparato tutto. Noi abbiamo finito. Può fare ciò che vuole se si impegna perché di capacità ne ha tantissime". Queste parole le ho sempre portate con me. Eppure in classe non ero affatto così brillante. O meglio non riuscivo ad esserlo. Non so spiegarmi il motivo. Provo a esternare le emozioni che provavo in quegli anni: 1) Noia. In classe ero uno dei tanti ed i prof non mi facevano sentire importante, anzi. Mi sentivo continuamente fuori posto. 2) Lezioni poco stimolanti. Se già di per sé le lezioni erano a mio avviso superficiali, le spiegazioni erano eccessivamente ripetitive. Io mi annoio facilmente e mi distraggo altrettanto facilmente se non sono stimolato costantemente. 3) Professori che dovevano richiamare la classe poco motivata. 

    Spiegazioni lente, dispersive, poco approfondite rivolte un po' a tutti senza poter partecipare attivamente. Io che mi annoiavo e distraevo con facilità. Invece avere qualcuno che mi seguiva, più che per le ripetizioni, era qualcuno che guidava la mia curiosità, la mia attenzione verso il sapere seguendo il mio passo, rispondendo alle mie domande senza interruzioni e con la possibilità di avere un confronto senza sentirmi sbagliato. Mi vedo come una ferrari che sa andare solamente a 300 km/h e mai meno. Se lasciato solo rischio di perdermi nei miei pensieri, di non concludere nulla perché mi distraggo oppure perché mi pongo molte domande, tra cui anche riguardante argomenti apparentemente distanti a quelli che sto studiando, mi provoca una sensazione di "disagio", causato dal non sapere una cosa. Non avere chiaro qualcosa mi irrequieta. Studio qualcosa -> nascono nuove domande -> bisogno di risposte per comprendere (e non provare quella sorta di disagio che da il non sapere). Per me quelle domande sono importanti perché è così che apprendo. Mille finestre che si aprono. Ecco perché alla fine della fiera avere qualcuno accanto funziona bene per me e anche secondo me. 

    Per rendere l'idea: sono una ferrari che sa correre molto bene nei rettilinei (andare a tutta nelle condizioni migliori) e molto male nelle curve (adattarsi, sapersi gestire e controllarsi anche nelle difficoltà). Avere una persona accanto mi aiuta a "guidare" meglio secondo il mio stile sopratutto supportandomi nelle mie difficoltà - le curve - anziché essere all'interno di una sessione di allenamento con altre "macchine" nella quale c'è un tizio che dà delle dritte generali che devono essere seguite da tutti e senza essere seguiti/corretti personalmente. Gli altri ce la fanno tranquillamente, bene o male comunque riescono. Io o lo faccio benissimo (se supportato, oppure malissimo (se non supportato). Non so se ho reso bene l'idea. 
  • @Passa come ti trovi con l'università (anche rispetto i tuoi colleghi) ? Invece prima alle superiori? Punti di forza e difficoltà? 
  • @Passa posso chiederti dove hai avuto l'occasione di svolgere il WAIS III?
  • Grazie @blackCrow, si anche per me è lo stesso..sono uscita col massimo dei voti sia dalle superiori che dall’università, ma nonostante ciò mi sono sempre annoiata molto, anche io ero sempre con la testa per aria, lezioni tediosissime, passavo il tempo a disegnare sui banchi o a fantasticare… Ricordo che in 4 superiore avevo spiegato a un mio prof come usare delle funzionalità di un programma e mi aveva guardato basito, col prof di informatica in università mentre spiegava css gli avevo chiesto come applicare a quel codice altri elementi in un altro linguaggio di programmazione ed è andato in tilt non sapendo cosa rispondermi e tagliando corto con un non ti serve ora. Lo stesso mi aveva chiesto di lavorare per lui e poi abbandonato in quanto io volevo lavorare in modo diverso e lui non mi stava dietro. 

    Credo sia un problema delle menti molto creative o semplicemente intelligenti :)

  • PassaPassa Post: 46
    BlackCrow ha detto:

    @Passa come ti trovi con l'università (anche rispetto i tuoi colleghi) ? Invece prima alle superiori? Punti di forza e difficoltà? 

    Direi che hai descritto quasi perfettamente la mia situazione presentando la tua sopra. Sarebbe superfluo aggiungere altro, davvero.
  • PavelyPavely Post: 3,350
    (@BlackCrow grazie).

    Hai spiegato ciò che senti in modo chiarissimo.

    E, forse, hai davvero detto tanto dell'Autismo.
  • Yokai22 ha detto:

    Grazie @blackCrow, si anche per me è lo stesso..sono uscita col massimo dei voti sia dalle superiori che dall’università, ma nonostante ciò mi sono sempre annoiata molto, anche io ero sempre con la testa per aria, lezioni tediosissime, passavo il tempo a disegnare sui banchi o a fantasticare… Ricordo che in 4 superiore avevo spiegato a un mio prof come usare delle funzionalità di un programma e mi aveva guardato basito, col prof di informatica in università mentre spiegava css gli avevo chiesto come applicare a quel codice altri elementi in un altro linguaggio di programmazione ed è andato in tilt non sapendo cosa rispondermi e tagliando corto con un non ti serve ora. Lo stesso mi aveva chiesto di lavorare per lui e poi abbandonato in quanto io volevo lavorare in modo diverso e lui non mi stava dietro. 

    Credo sia un problema delle menti molto creative o semplicemente intelligenti :)

    "non ti serve ora" penso questa descriva tutto...
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