Specifico meglio il contesto: lo scopo non era vedere “quanto ce lo avessi lungo” ma controllare se non avessi un qualche ritardo mentale, quindi il test doveva più essere una cosa indicativa
@BlackCrow di preciso qual è quello fluido e cosa si intende esattamente col termine fluido? Sulle abilità visuospaziali non saprei stimare esattamente. Posso dire solo che in mia esperienza hanno spesso reso meglio rispetto al ragionamento con simboli astratti (alcuni compagni riescono a ragionare direttamente con simboli matematici complicati senza dover tradurre in immagine. Riescono ad ottenere risultati senza poter comprendere il concetto fino in fondo).
Direi che in mezz'ora è qualcosa di parziale. Io ricordo che per il wisc ci vollero due giorni diversi. Probabilmente volevano vedere solo se eri ritardato o no, specie se ti hanno portato perché andavi male a scuola o perché eri strano Comunque il motivo per cui secondo me ha senso solo andare per il wisc è che non conta realmente quanto ce l'hai lungo ma più se c'è qualcosa che non riesci a fare in mezzo a cose che sai fare. (Anche per questo mi pare strano che abbiano tolto il test dove bisognava ordinare delle vignette, dato che è uno di quelli dove può cascare male pure chi fa bene quello delle analogie).
@Ronny secondo me misurava comunque delle capacità cognitive @Markov quella fluida sarebbe quella pura logica. Si intende la capacità di apprendere nuove informazioni e collegarle tra loro che si differenzia da quello cristallizzato dato dalla capacità di ragionare sulle informazioni già in possesso.
@Markov a scuola sempre andato benissimo, anzi. Era per motivi sociali e di interazione che mi avevano mandato: mi hanno fatto quello e altri test. Sono risultato più intelligente della media e non mi hanno trovato niente. Probabilmente se mi avessero fatto un’analisi del genere ora mi avrebbero diagnosticato come asperger. Anche perché con gli adulti, nelle interazioni faccia a faccia, mi camuffavo abbastanza bene
Ok, ci ho pensato. Forse sul lato fluido a far la differenza è quante informazioni bisogna tenere a mente tra quelle apprese da poco. Questi test ne richiedono poche. Mentre a seguire una lezione di 2 ore invece mi perdo completamente e non saprei usare nulla in maniera sensata se prima non me lo riguardo da solo.
Altra domanda: i test del QI sono tassativi per le diagnosi di Asperger? Si possono evitare nel caso?
Io dovró anche fare delle visite per la dislessia, che prevedono il medesimo test, ma è una questione che mi angoscia molto. Non voglio che sia accertata la mia plusdotazione, sarebbe un peso troppo greve da gestire per me.
Sarei curioso di sapere se qui, sul forum, ci sono persone con un QI superiore a 130 che hanno una vita normale.
Per normale intendo: - un lavoro, - una famiglia propria.
Due condizioni.
Nient'altro.
42 anni. QI 147.
Sposata
Lavoro
e mi sento comunque la maggior parte del tempo la persona più stupida del mondo
Anche tu avverti delle voragini tra te e le altre persone oppure il tuo potenziale cognitivo non ti dà noie in tal senso? Benvenuta nel club!
Avverto delle voragine che cerco di tappare...ma come si fa a tappare voragini?
Faccio degli esempi. Il primo, lampante, dal lavoro. Nel mio lavoro curo sia l'amministrazione che tutta la parte online di marketing (social, sito internet etc...). Quando cerco di spiegare anche ai miei colleghi come fare per la manutenzione del sito (n.b. cosa che ho imparato da autodidatta, come a lavorare con il programma gestionale non solo per inserimento dati, ma anche a lavorarci dentro a livello strutturale) non riesco MAI a farmi comprendere. Seguono altre strade, strade lunghissime e tortuose per qualcosa che a me risulta immediato, strade che comunque non li portano quasi mai a destinazione.
Idem quando cerco di far comprendere qualcosa a mio marito...In generale mi sembra che, per tutto quello che concerne la logica, io vada ad una velocità iper rispetto al resto delle persone, li trovo tutti lenti. Finchè non sono stata diagnostica mi sembrava pure una cosa assurda e tendevo a pensare che lo facessero apposta per mettermi in difficoltà, oppure per pigrizia intellettuale.
Idem per la capacità di memoria: ho un database enorme e non comprendevo perchè le altre persone non lo avessero. Mi sentivo presa in giro, oppure un fenomeno da baraccone.
Altro esempio risalente ai tempi di scuola o università. Mai stata pomeriggi a studiare. Leggevo una cosa e l'apprendo, soprattutto se mi interessa. Mi sono laureata in tempi brevissimi, oltretutto facendo dentro-fuori dal reparto di psichiatria dell'ospedale locale e di varie cliniche (a fine anni 90 di Asperger qui non se ne sapeva nulla, ed anche ora nella mia realtà non è cambiato gran che). Ma parlando con le mie amiche venivano fuori le loro esperienze, totalmente diverse, e ricordo benissimo che una mi disse che io avevo fatto fretta perchè il mio corso universitario era semplice, e che, anche alle superiori non era vero che non passassi giornate a studiare. In più mi beccai della superba, quando io riportavo solo dati di fatto. Che soluzione trovai? O stare zitta se non mi veniva chiesto espressamente qual era la mia esperienza, oppure, se accadeva, mi inventavo fatiche sopra i libri mai vissute. Poi mi sentivo anche male, perchè dicevo una cosa non vera e non rispondente ai fatti.
Bel casino per essere accettata!
Per tutto quello che esce dalla logica, mi sento oltretutto incredibilmente stupida. Rapporti sociali: non li capisco. Chiacchiere inutili, argomenti non interessanti, tempo perso (e poi lamentele perchè il tempo non c'è...e ti credo che non c'è se lo perdi tutto a chiacchiericciare o a stare davanti allo specchio!), gente che pensa una cosa e ne dice un'altra, che vuole una cosa ma chiede il contrario e poi si lamenta, relazioni dove regna l'ambiguità...faccio figuracce continue, tant'è che "Ma sei tanto intelligente possibile che ti perdi in un bicchiere d acqua?" Non capisco la competitività, la "scalata sociale", la voglia di stare su un palco, l'importanza dell'immagine etc... e mi comporto di conseguenza, risultando "tutto il contrario di quello che ci si aspetta da una intelligente come te".
E questo volevo chiedere.
Anche voi avete esperienze in cui vi siete trovati a nascondere o camuffare l'intelligenza o risultati di questa?
Vi è stato mai rimproverato che, nonostante siete intelligenti, come questa intelligenza non "ci avete fatto niente"?. Questa è una cosa che mi viene rimproverata spesso. Mi viene rimproverata perchè se studio qualcosa, elaboro teorie (spesso anche attendibili), sono particolarmente brava ad ottenere qualche risultato, oppure perchè sono abbastanza brava a scrivere (mi hanno pubblicato due racconti e lo sanno pochissime persone). Il fatto è che a me non interessa "usare" tutto questo per carriera sociale o visibilità (che tra le due mi creano problemi): io sono felici quando scrivo e perchè scrivo etc... La mia soddisfazione sta nell'atto, non nell'ottenere qualcosa dall'atto (non so se riesco a spiegarmi bene). Però questa cosa non viene capita, e quindi c'è il rimprovero di non sfruttare le mie potenzialità.
Sarei curioso di sapere se qui, sul forum, ci sono persone con un QI superiore a 130 che hanno una vita normale.
Per normale intendo: - un lavoro, - una famiglia propria.
Due condizioni.
Nient'altro.
42 anni. QI 147.
Sposata
Lavoro
e mi sento comunque la maggior parte del tempo la persona più stupida del mondo
Anche tu avverti delle voragini tra te e le altre persone oppure il tuo potenziale cognitivo non ti dà noie in tal senso? Benvenuta nel club!
Avverto delle voragine che cerco di tappare...ma come si fa a tappare voragini?
Faccio degli esempi. Il primo, lampante, dal lavoro. Nel mio lavoro curo sia l'amministrazione che tutta la parte online di marketing (social, sito internet etc...). Quando cerco di spiegare anche ai miei colleghi come fare per la manutenzione del sito (n.b. cosa che ho imparato da autodidatta, come a lavorare con il programma gestionale non solo per inserimento dati, ma anche a lavorarci dentro a livello strutturale) non riesco MAI a farmi comprendere. Seguono altre strade, strade lunghissime e tortuose per qualcosa che a me risulta immediato, strade che comunque non li portano quasi mai a destinazione.
Idem quando cerco di far comprendere qualcosa a mio marito...In generale mi sembra che, per tutto quello che concerne la logica, io vada ad una velocità iper rispetto al resto delle persone, li trovo tutti lenti. Finchè non sono stata diagnostica mi sembrava pure una cosa assurda e tendevo a pensare che lo facessero apposta per mettermi in difficoltà, oppure per pigrizia intellettuale.
Idem per la capacità di memoria: ho un database enorme e non comprendevo perchè le altre persone non lo avessero. Mi sentivo presa in giro, oppure un fenomeno da baraccone.
Altro esempio risalente ai tempi di scuola o università. Mai stata pomeriggi a studiare. Leggevo una cosa e l'apprendo, soprattutto se mi interessa. Mi sono laureata in tempi brevissimi, oltretutto facendo dentro-fuori dal reparto di psichiatria dell'ospedale locale e di varie cliniche (a fine anni 90 di Asperger qui non se ne sapeva nulla, ed anche ora nella mia realtà non è cambiato gran che). Ma parlando con le mie amiche venivano fuori le loro esperienze, totalmente diverse, e ricordo benissimo che una mi disse che io avevo fatto fretta perchè il mio corso universitario era semplice, e che, anche alle superiori non era vero che non passassi giornate a studiare. In più mi beccai della superba, quando io riportavo solo dati di fatto. Che soluzione trovai? O stare zitta se non mi veniva chiesto espressamente qual era la mia esperienza, oppure, se accadeva, mi inventavo fatiche sopra i libri mai vissute. Poi mi sentivo anche male, perchè dicevo una cosa non vera e non rispondente ai fatti.
Bel casino per essere accettata!
Per tutto quello che esce dalla logica, mi sento oltretutto incredibilmente stupida. Rapporti sociali: non li capisco. Chiacchiere inutili, argomenti non interessanti, tempo perso (e poi lamentele perchè il tempo non c'è...e ti credo che non c'è se lo perdi tutto a chiacchiericciare o a stare davanti allo specchio!), gente che pensa una cosa e ne dice un'altra, che vuole una cosa ma chiede il contrario e poi si lamenta, relazioni dove regna l'ambiguità...faccio figuracce continue, tant'è che "Ma sei tanto intelligente possibile che ti perdi in un bicchiere d acqua?" Non capisco la competitività, la "scalata sociale", la voglia di stare su un palco, l'importanza dell'immagine etc... e mi comporto di conseguenza, risultando "tutto il contrario di quello che ci si aspetta da una intelligente come te".
E questo volevo chiedere.
Anche voi avete esperienze in cui vi siete trovati a nascondere o camuffare l'intelligenza o risultati di questa?
Vi è stato mai rimproverato che, nonostante siete intelligenti, come questa intelligenza non "ci avete fatto niente"?. Questa è una cosa che mi viene rimproverata spesso. Mi viene rimproverata perchè se studio qualcosa, elaboro teorie (spesso anche attendibili), sono particolarmente brava ad ottenere qualche risultato, oppure perchè sono abbastanza brava a scrivere (mi hanno pubblicato due racconti e lo sanno pochissime persone). Il fatto è che a me non interessa "usare" tutto questo per carriera sociale o visibilità (che tra le due mi creano problemi): io sono felici quando scrivo e perchè scrivo etc... La mia soddisfazione sta nell'atto, non nell'ottenere qualcosa dall'atto (non so se riesco a spiegarmi bene). Però questa cosa non viene capita, e quindi c'è il rimprovero di non sfruttare le mie potenzialità.
Capita anche a voi?
Hai praticamente descritto una buona parte dei miei pensieri, e sono molto più giovane.
Voglio dire - capisco le interazioni sociali, di quanto siano importanti, ma al tempo stesso credo che siano..monotone. Ripetere gli stessi argomenti e frasi dopo un po' stufa, o passo in modalità robot dove le mie frasi diventano pre impostate, per quanto l'argomento sia ripetitivo. Questo si peggiora quando non stai parlando a tu per tu ma tramite chat.
Mi piacerebbe parlare di tante cose - e non solo dei miei interessi ci mancherebbe; basta poco per trovare un argomento, anche una semplice cazzata (small talk alla fine), pur di non ritrovarmi ad ascoltare e rispondere della stessa problematica, magari già approfondita il giorno prima. Ma nulla, tra gossip e lamentele di quanto sia difficile fare cosa X mi sembra di vivere in loop.
Lo studio....ora andando in accademia, sono in gran vantaggio e ho pochissime difficoltà, sembra che ogni cosa che disegno sia oro, sia da ragazzi che insegnanti, ricevo poche o nessuna critica. Ma sono fatto così, disegno ogni giorno e mi bombardo di idee (musica/libri/foto/fumetti/altri lavori artistici/ect) ogni giorno...alla fine non è così che funziona? E mi ritrovo con chi le idee o non ne ha o ci mette settimane. Poi ascoltano me e si chiedono come faccia... Però poi mi ritrovo a non saper usare bene le squadre, se voglio la simmetria la preferisco eseguirla a mano (ho una mano molto ferma) ed è un crimine per molti professionisti, a malapena mi ricordo le misure delle tele (e qualsiasi altro materiale in cui variano le dimensioni) e devo vederle per capire se vanno bene o no, ci metto un po' per capire i colori a matite mentre su pc conosco l'intera cromia.
Sulla comunicazione è okay -anche a detta del psicologo che mi segue -ma è palese che certe cose non ci arrivo/l'altra persona non ci arriva, e questo è uno dei motivi della mia bassa autostima. Non trovo persone con la mia stessa lunghezza d'onda. Pochi amici ma a malapena si ricordano di me, al massimo per i miei disegni e illustrazioni.
Ma sono fatto così, disegno ogni giorno e mi bombardo di idee (musica/libri/foto/fumetti/altri lavori artistici/ect) ogni giorno...alla fine non è così che funziona?
Ecco...il bombardarsi di idee...di stimoli... questo è un bisogno vero e proprio, come se fossi perennemente affamata, o come se ne avessi bisogno nello stesso modo in cui si ha bisogno dell'ossigeno. Ho bisogno di stimoli e idee che mi facciano produrre altre idee...tanto la testa ferma non ci sta, voglio farla muovere in modo costruttivo, creativo, e che amo. Anzi...non è volere...è davvero un bisogno fisico e fisiologico.
Stessa cosa per me. Essere immerso in un ambiente fisico o emotivo ricco di stimoli, sia dolorosi che non, ha lo stesso valore della benzina per le macchine. E di tutto questo apprezzo più il processo che il lavoro finito (lo apprezzo ma la soddisfazione sta nel percorso).
Riguardo l'apprendimento e la produttività penso la stessa cosa. Quello che racconti è esattamente ciò che avviene nel mio mondo. L'unica cosa che posso aggiungere è che essere così mi porta costantemente a: 1) Mettere in difficoltà le altre persone perché non sanno bene ciò di cui parlano o non capiscono appieno ciò che dico e ciò che dicono di sapere e non mi seguono. 2) Discussione nella quale l'altra persona si chiude e, nel caso dovessi rispondere, verrei additato come arrogante puntiglioso ed uno che vuole avere ragione.
L'unico modo per non subire tutto ciò è annuire e far finta di non sapere nulla. Ancora peggio se ad essere rigida è una persona molto intelligente.
A me piacciono le conversazioni stimolanti, ma anche quelle rilassanti e leggere perché la vita è già complessa e pesante che talora abbiamo bisogno di ricercare quella leggerezza che spesso manca. Se a farle è un apc suonano in un modo e c'è una maggiore reciprocità rispetto quanto non accade con un non apc. Non perché uno ha semplicemente un qi più alto (lo ribadisco sempre: per conoscere una persona non si può escludere il suo funzionamento cognitivo, che comprende anche il qi) bensì perché ci si sente simili nel modo di essere, percepire e vivere la "vita" nel suo insieme. E questo è tanto più vero quanto più quella persona ci è vicina.
"1) Mettere in difficoltà le altre persone perché non sanno bene ciò di cui parlano o non capiscono appieno ciò che dico e ciò che dicono di sapere e non mi seguono. 2) Discussione nella quale l'altra persona si chiude e, nel caso dovessi rispondere, verrei additato come arrogante puntiglioso ed uno che vuole avere ragione."
Spesso vengo rimproverata di "arroganza intellettuale". Potrebbero essere due paroline che in modo semplice descrivono i tuoi due punti @BlackCrow? Aggiungo che spesso, soprattutto se una conversazione mi appassiona, inizio anche a parlare in modo estremamente veloce e quando argomento le mie posizioni o smonto quelle altrui tendo ad aumentare il tono della voce e le persone mi percepiscono come arrabbiata e prepotente (intellettualmente arrogante).
Così ho imparato che il giorno dopo è bene io telefoni alla persona con cui stavo parlando e dire: "Scusami, posso esserti sembrata arrabbiata ma non lo ero, o arrogante, e non volevo esserlo, ma è la mia reazione quando un argomento mi appassiona e la mia mente si comporta come se fosse un processo dialettico di tesi ed antitesi fino a che non si arriva ad una sintesi verosimile".
Tendo a credere che venga recepita solo la prima parte del discorso, non so se mi credano davvero oppure no (e probabilmente non riuscirò mai a capirlo), ma sta di fatto che comunico la pura verità: è proprio questo il mio approccio. Mi piace il dibattito logico: smontare tesi e rimontarne altre, e, nonostante l'esperienza continui a dirmi il contrario, ottusamente resto convinta che anche per le altre persone sia così, soprattutto quando gli argomenti della conversazione sono impegnativi..e spero tanto di trovare dall'altra parte qualcuno che, con pari perizia, informazioni, aderenza ai fatti e logica stringente, smonti le mie. E creare poi qualcosa di totalmente nuovo: un nuovo pensiero, teoria, riflessione, critica... Potrei andare avanti all'infinito, contrariamente a quando mi viene obiettato con luoghi comuni, informazioni estremamente parziali (per carità non credo di essere onnisciente, ma dall'aver letto un filosofo - ad esempio- o averne letto il pensiero su Wikipedia...beh...un po' di differenza c'è e si avverte), fatti inventati di sana pianta, teorie riprese dal giornale o internet senza esser state prima vagliate al setaccio della propria coscienza critica ed eventualmente fatte proprie.
Anche a me piacciono anche le conversazioni rilassanti...anzi, la cosa che a volte sconcerta è passare da argomenti davvero pesanti e cavolate assurde, come leggerezza, come tema e come lessico. In sintesi: dalla Critica della Ragion Pura di Kant alle Tzè Tzè di Bombolo in un nanosecondo... Credo che sia l'estremo di leggerezza che compensa l'estremo di pesantezza (riprendendo un po' il tuo discorso sul ricercare leggerezza).
Tuttavia ci sono argomenti che proprio non mi interessano, ed allora l'intelligenza se ne va in letargo, se proprio non riesco ad andarmene io fisicamente.
Si sebbene non mi piaccia come termine. Più che altro si tratta di semplice comunicazione: c'è chi è assertivo tipo me, e chi (moltissimi...) subisce passivamente oppure aggredisce la discussione. Non è tanto il nostro potenziale cognitivo a fungere da benzina quanto la loro natura ad essere messa in evidenza per ciò che è. In tutto questo il modo di porsi ha il valore dello spartito per un musicista. Le abilità e la tecnica richiesta rappresenta la tua persona ma ciò che ti viene chiesto di suonare e quindi cosa poi suonerai dipende dalle note presenti nello spartito. E se ti poni in modo inopportuno, magari poco socievole e veicoli male anche il tuo messaggio è facile indisporre l'altro. Molto semplicemente perché il tuo messaggio (X) lo hai comunicato in modo (Y) con (Y) che intende una serie di comportamenti/parole che feriscono in una qualche misura l'altro e non sono in sincronia con il tuo intento. Ed utilizzando questo esempio, Y sarebbe stato coerente con il volume di una discussione nella quale due persone si attaccano a vicenda, seppur ovviamente ciò non giustifica affatto che bisogna comportarsi male in quelle situazioni.
Credo si aggiunga un altro fattore, ovvero lo spostamento inconscio della conversazione da un piano oggettivo ad un piano soggettivo. Ovvero se la mia idea (x), espressa in contrasto all'idea (z) di (Y) oltretutto in una modalità (y) che (Y) non gradisce e ritiene aggressiva, il nostro (Y) tenderà a soggettivizzare il tutto, convincendosi che la mia critica (x) alla sua idea (z), sia in realtà una critica rivolta a lui (Y) stesso.
Quelli che dici tu nell'America degli anni 2000 si chiamava thruthiness (veritaggine) oggi la chiamano post-verità. Non esistono più fatti, solo capricci infantili.
Piuttosto che maledire il buio è meglio accendere una candela - Lao Tze
Credo si aggiunga un altro fattore, ovvero lo spostamento inconscio della conversazione da un piano oggettivo ad un piano soggettivo. Ovvero se la mia idea (x), espressa in contrasto all'idea (z) di (Y) oltretutto in una modalità (y) che (Y) non gradisce e ritiene aggressiva, il nostro (Y) tenderà a soggettivizzare il tutto, convincendosi che la mia critica (x) alla sua idea (z), sia in realtà una critica rivolta a lui (Y) stesso.
Comprendo quello che dici ma credo che i soggetti in questione siano persone che ragionano di pancia facilmente filtrabili se si vuole cercare qualcuno superiore a quel livello. Forse ancor peggio quando l'idea z nasce da questioni puramente emotive (tipo la ragazza di mio fratello non voleva che per il compleanno le venisse regalato un abbonamento perché a suo dire era necessario un regalo materiale e conservabile nel tempo.... Ne hanno discusso per mezz'ora!).
Credo si aggiunga un altro fattore, ovvero lo spostamento inconscio della conversazione da un piano oggettivo ad un piano soggettivo. Ovvero se la mia idea (x), espressa in contrasto all'idea (z) di (Y) oltretutto in una modalità (y) che (Y) non gradisce e ritiene aggressiva, il nostro (Y) tenderà a soggettivizzare il tutto, convincendosi che la mia critica (x) alla sua idea (z), sia in realtà una critica rivolta a lui (Y) stesso.
Comprendo quello che dici ma credo che i soggetti in questione siano persone che ragionano di pancia facilmente filtrabili se si vuole cercare qualcuno superiore a quel livello. Forse ancor peggio quando l'idea z nasce da questioni puramente emotive (tipo la ragazza di mio fratello non voleva che per il compleanno le venisse regalato un abbonamento perché a suo dire era necessario un regalo materiale e conservabile nel tempo.... Ne hanno discusso per mezz'ora!).
Ah no in questo caso non si pone proprio il problema. È il genere di conversazione che evito evitando di frequentare chi le fa, e se proprio mi ci trovo per causa di forza maggiore e non posso andarmene fisicamente mi dileguo lo stesso lasciando lì solo il mio ologramma.....
Sono appena sotto la soglia, non cacciatemi. Un paio di anni fa tentai con il mensa. QI: 127
Peccato, mi sarebbe piaciuto fare parte del club.
Probabilmente potrei barare un po' e alzare qualche punticino. Penso che esercitandomi su quel tipo di quesiti sarebbe possibile ora che li conosco; anche perché è cosa nota che il punteggio cambi leggermente nel tempo. Non mi sembra tanto corretto però, soprattutto mi sembrerebbe di prendermi un po' in giro da solo. No?
Commenti
@BlackCrow di preciso qual è quello fluido e cosa si intende esattamente col termine fluido?
Sulle abilità visuospaziali non saprei stimare esattamente. Posso dire solo che in mia esperienza hanno spesso reso meglio rispetto al ragionamento con simboli astratti (alcuni compagni riescono a ragionare direttamente con simboli matematici complicati senza dover tradurre in immagine. Riescono ad ottenere risultati senza poter comprendere il concetto fino in fondo).
Comunque il motivo per cui secondo me ha senso solo andare per il wisc è che non conta realmente quanto ce l'hai lungo ma più se c'è qualcosa che non riesci a fare in mezzo a cose che sai fare. (Anche per questo mi pare strano che abbiano tolto il test dove bisognava ordinare delle vignette, dato che è uno di quelli dove può cascare male pure chi fa bene quello delle analogie).
@Markov quella fluida sarebbe quella pura logica. Si intende la capacità di apprendere nuove informazioni e collegarle tra loro che si differenzia da quello cristallizzato dato dalla capacità di ragionare sulle informazioni già in possesso.
Mentre a seguire una lezione di 2 ore invece mi perdo completamente e non saprei usare nulla in maniera sensata se prima non me lo riguardo da solo.
Io dovró anche fare delle visite per la dislessia, che prevedono il medesimo test, ma è una questione che mi angoscia molto. Non voglio che sia accertata la mia plusdotazione, sarebbe un peso troppo greve da gestire per me.
Benvenuta nel club!
Voglio dire - capisco le interazioni sociali, di quanto siano importanti, ma al tempo stesso credo che siano..monotone. Ripetere gli stessi argomenti e frasi dopo un po' stufa, o passo in modalità robot dove le mie frasi diventano pre impostate, per quanto l'argomento sia ripetitivo. Questo si peggiora quando non stai parlando a tu per tu ma tramite chat.
Mi piacerebbe parlare di tante cose - e non solo dei miei interessi ci mancherebbe; basta poco per trovare un argomento, anche una semplice cazzata (small talk alla fine), pur di non ritrovarmi ad ascoltare e rispondere della stessa problematica, magari già approfondita il giorno prima. Ma nulla, tra gossip e lamentele di quanto sia difficile fare cosa X mi sembra di vivere in loop.
Lo studio....ora andando in accademia, sono in gran vantaggio e ho pochissime difficoltà, sembra che ogni cosa che disegno sia oro, sia da ragazzi che insegnanti, ricevo poche o nessuna critica.
Ma sono fatto così, disegno ogni giorno e mi bombardo di idee (musica/libri/foto/fumetti/altri lavori artistici/ect) ogni giorno...alla fine non è così che funziona? E mi ritrovo con chi le idee o non ne ha o ci mette settimane. Poi ascoltano me e si chiedono come faccia...
Però poi mi ritrovo a non saper usare bene le squadre, se voglio la simmetria la preferisco eseguirla a mano (ho una mano molto ferma) ed è un crimine per molti professionisti, a malapena mi ricordo le misure delle tele (e qualsiasi altro materiale in cui variano le dimensioni) e devo vederle per capire se vanno bene o no, ci metto un po' per capire i colori a matite mentre su pc conosco l'intera cromia.
Sulla comunicazione è okay -anche a detta del psicologo che mi segue -ma è palese che certe cose non ci arrivo/l'altra persona non ci arriva, e questo è uno dei motivi della mia bassa autostima. Non trovo persone con la mia stessa lunghezza d'onda. Pochi amici ma a malapena si ricordano di me, al massimo per i miei disegni e illustrazioni.
(Il mio punteggio QI è sui 128 punti)
Riguardo l'apprendimento e la produttività penso la stessa cosa. Quello che racconti è esattamente ciò che avviene nel mio mondo. L'unica cosa che posso aggiungere è che essere così mi porta costantemente a:
1) Mettere in difficoltà le altre persone perché non sanno bene ciò di cui parlano o non capiscono appieno ciò che dico e ciò che dicono di sapere e non mi seguono.
2) Discussione nella quale l'altra persona si chiude e, nel caso dovessi rispondere, verrei additato come arrogante puntiglioso ed uno che vuole avere ragione.
L'unico modo per non subire tutto ciò è annuire e far finta di non sapere nulla. Ancora peggio se ad essere rigida è una persona molto intelligente.
A me piacciono le conversazioni stimolanti, ma anche quelle rilassanti e leggere perché la vita è già complessa e pesante che talora abbiamo bisogno di ricercare quella leggerezza che spesso manca.
Se a farle è un apc suonano in un modo e c'è una maggiore reciprocità rispetto quanto non accade con un non apc. Non perché uno ha semplicemente un qi più alto (lo ribadisco sempre: per conoscere una persona non si può escludere il suo funzionamento cognitivo, che comprende anche il qi) bensì perché ci si sente simili nel modo di essere, percepire e vivere la "vita" nel suo insieme. E questo è tanto più vero quanto più quella persona ci è vicina.
2) Discussione nella quale l'altra persona si chiude e, nel caso dovessi rispondere, verrei additato come arrogante puntiglioso ed uno che vuole avere ragione."
Talvolta per comunicare un contenuto non hai scelta che usare una certa forma anche e soprattutto se non piace.
Ovvero se la mia idea (x), espressa in contrasto all'idea (z) di (Y) oltretutto in una modalità (y) che (Y) non gradisce e ritiene aggressiva, il nostro (Y) tenderà a soggettivizzare il tutto, convincendosi che la mia critica (x) alla sua idea (z), sia in realtà una critica rivolta a lui (Y) stesso.
Forse ancor peggio quando l'idea z nasce da questioni puramente emotive (tipo la ragazza di mio fratello non voleva che per il compleanno le venisse regalato un abbonamento perché a suo dire era necessario un regalo materiale e conservabile nel tempo.... Ne hanno discusso per mezz'ora!).
che evito evitando di frequentare chi le fa, e se proprio mi ci trovo per causa di forza maggiore e non posso andarmene fisicamente mi dileguo lo stesso lasciando lì solo il mio ologramma.....
Ps: @Markov ma come si fa a regalare un abbonamento alla propria ragazza!! (detto con tono scherzoso).
Un paio di anni fa tentai con il mensa. QI: 127
Peccato, mi sarebbe piaciuto fare parte del club.
Probabilmente potrei barare un po' e alzare qualche punticino. Penso che esercitandomi su quel tipo di quesiti sarebbe possibile ora che li conosco; anche perché è cosa nota che il punteggio cambi leggermente nel tempo. Non mi sembra tanto corretto però, soprattutto mi sembrerebbe di prendermi un po' in giro da solo. No?
Comunque si, hai perfettamente ragione.